Pasqua, il dilemma dell’agnello

Ristoranti pieni per la festa ma uno su tre non lo mette nel menù

Due ristoranti su tre per il pranzo di Pasqua cucineranno l’agnello in tutte le sue varie declinazioni

Due ristoranti su tre per il pranzo di Pasqua cucineranno l’agnello in tutte le sue varie declinazioni

Firenze, 18 aprile 2019 - Circa un ristorante su tre per il pranzo di Pasqua sarà lamb free, in linea con le istanze animaliste e le scelte della tavola vegana. Niente agnello, dunque, che invece resiste nella tradizione del menù di casa. Aldilà delle scelte veg o meno, Confcommercio stima un incremento dei consumi sia sul fronte della vendita di prodotti tipici sia su quello delle prenotazioni al ristorante, a fronte della politica di contenimento dei prezzi messa in atto da tanti operatori.

Secondo Confcommercio Firenze, stanno fioccando le prenotazioni per il pranzo di Pasqua e di Pasquetta che molti fiorentini, ma anche molti turisti stranieri, trascorreranno al ristorante. Diversi i locali a Firenze e dintorni dove si registra già il tutto esaurito o quasi. Del resto, secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio Confturismo-Istituto Piepoli il capoluogo toscano sarà tra le mete preferite in Italia per i ponti pasquali, insieme a Roma e Venezia.

«La Pasqua alta, a fine aprile, in genere porta molto bene al turismo – sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni – la gente è invogliata a fare qualche gita e a pranzare fuori casa». Secondo l’indagine, a trascorrere Pasqua o Pasquetta al ristorante saranno circa duecentomila toscani, il 10% in più dello scorso anno. Tra loro, soprattutto famiglie e over 40, che potranno approfittare delle offerte sui prezzi che un po’ tutti i ristoratori stanno facendo. Confcommercio segnala poi una crescente attenzione nel menù per la stagionalità, i prodotti del territorio, i piatti vegetariani e le pietanze per chi soffre di allergie o intolleranze alimentare. «Insomma, tradizione sì, ma rivista in chiave salutista e personalizzata», dice il presidente Confcommercio Aldo Cursano.

In pratica, più torte salate a base di verdure, meno agnello, che resta comunque un must per almeno la metà dei locali. Sul versante dei dolci, molti ristoranti propongono l’immancabile colomba artigianale, ma anche classici della tradizione italiana pasquale come la pastiera.

Tra i ristoratori si respira ottimismo: «Il 35% vede un aumento delle prenotazioni e più lavoro rispetto allo scorso anno, quando la Pasqua era bassa e quindi più penalizzata», aggiunge Cursano. Anche per gli appassionati del picnic all’aperto, le occasioni non mancheranno tra Pasqua, 25 aprile e 1 maggio: «In questo caso – conclude Marinoni – prevediamo un ottimo andamento per la vendita di prodotti enogastronomici locali».

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