"Mio fratello ucciso dal bus. Da Ataf nemmeno le scuse"

Parla la sorella di Roberto Neri, l'uomo investito da un bus a Bagno a Ripoli

Il luogo della tragedia

Il luogo della tragedia

Firenze, 5 novembre 2017 - C’è un carteggio tra Roberto Neri, schiacciato da un bus 8 dell’Ataf giovedì pomeriggio, e l’azienda di trasporto pubblico. «A ulteriore testimonianza – dice la sorella Laura Neri, 47 anni – che la questione del capolinea inopportuno e soprattutto dei motori lasciati accesi dai conducenti durante la sosta, si trascinava da tempo. Roberto non è sceso in strada così, come un matto. Che la discussione sia poi degenerata, che cosa si siano detti esattamente lui e il conducente, lo stabilirà l’indagine».

Vediamo il carteggio Neri-Ataf-Regione. Roberto scrive all’azienda in data 30.11.2016. Segnala che le linee 8-23-24 «creano grosso disagio. Fanno servizio dalle 6 alla mezzanotte, tutti i giorni, con passaggi ogni 12-13 minuti. I motori lasciati accesi – continua – creano disagio per il rumore, le vibrazioni, i gas di scarico».

Aggiunge la sorella: «Vi posso assicurare che in casa del babbo, dove abitava anche Roberto (in via Roma 84, proprio davanti al capolinea incriminato, ndc) tremano i vetri, letteralmente, ogni qualvolta i motori dei bus sono lasciati accesi». Conclude la nota-segnalazione di Neri: «L’utente chiede gentilmente ad Ataf di comunicare agli autisti di spegnere il motore quando i mezzi sono in sosta».

Ataf gli risponde in data 15 dicembre 2016: «Comunichiamo – si legge – che l’azienda sensibilizza con regolarità il personale di guida sulle tematiche ambientali». Di più: si precisa che a far fede dal settembre precedente, quindi due-tre mesi prima dello scambio di missive con Neri Ataf «ha rinnovato e diramato un ordine di servizio» che impone «il divieto di tenere il motore acceso durante le soste dei veicoli». Si accoda la Regione-Dipartimento Infrastrutture e Trasporto pubblico che (27 dicembre 2016) scrive a Neri: «La ringraziamo per la sua segnalazione e per tutte le altre che vorrà fornire. Saranno utilizzate per continuare a monitorare il servizio con l’intento di fornire sempre maggiore qualità». Seguono scuse. 

Purtroppo alle buone intenzioni, ai toni civili, alle scuse, è seguita una tragedia assurda, incomprensibile. Inaccettabile. Per cause che stabilirà l’indagine per omicidio stradale del pm Benedetta Foti e dei vigili di Bagno a Ripoli del comandante Filippo Fusi. Ma dovuta anche all’esasperazione di un cittadino. «E altri cittadini della zona protestavano insieme a Roberto» sottolinea Laura Neri. Anche per questo i familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Gabriella Sabatini, sono delusi: «Da Ataf non è giunto alcun messaggio. Non ci aspettavamo le scuse del conducente, è sotto choc. Ma due parole di cordoglio e condoglianze dall’azienda, sì. Anche solo di circostanza, niente di impegnativo, nulla che potesse suonare come una condanna dell’autista, né escludere eventuali responsabilità. Di questo atteggiamento la famiglia Neri è umanamente dispiaciuta perché al di là di quanto accerterà l’indagine, comunque è morta una persona. E un’altra rischia di essersi rovinata la vita».

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