
Maggio, edizione da tutto esaurito. Gran finale diretto da Zubin Mehta
Cala il sipario sull’86ª edizione del Festival del Maggio Fiorentino: tre mesi di intensa programmazione lirica e sinfonica, un bagaglio di soddisfazioni e la certezza della ripartenza dopo la crisi, grazie anche all’appassionata dimostrazione di fiducia tributata da un pubblico folto che ha decretato il tutto esaurito per la maggior parte degli spettacoli. E sold out è anche l’ultimo concerto, stasera alle 20.
Sarà Zubin Mehta, direttore emerito a vita, dopo il trionfo di una Turandot che è tornata a risplendere nella sua luminosa carriera, a salire sul podio della sala a lui dedicata alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, a pochi giorni dalle due prestigiose tournée che lo vedono protagonista, in Cina a fine giugno e al Festival di Lubjana in luglio.
Accanto a lui, nell’interpretazione del Concerto n.2 op.21 di Chopin, sarà il pianista Alexander Gadjiev: trent’anni non ancora compiuti, una solida eredità familiare, una formazione mitteleuropea. Nato a Gorizia da una famiglia di musicisti (il padre, di origine russa è un noto didatta), è salito alla ribalta internazionale per essersi classificato secondo all’edizione 2021 del Concorso Chopin di Varsavia, dove si è aggiudicato anche il Premio speciale ’Krystian Zimerman’ per la miglior esecuzione di una sonata. Già in precedenza aveva vinto il Concorso di Hamamatsu in Giappone nel 2015, il Montecarlo World Piano Masters nel 2018, il Concorso Internazionale di Sydney nel 2021 e il 42esimo Premio Abbiati come miglior solista per l’anno 2022. Al suo debutto assoluto al Teatro del Maggio, Gadjiev suona un strumento unico e prezioso: un pianoforte Shigeru Kawai SK-EX dalla meccanica in carbonio, interamente fabbricato a mano
In apertura alla serata, la ballata gotica ’Der Feuerreiter? di Hugo Wolf del 1892, che trae spunto da una poesia di Eduard Mörike. Il brano narra la folle corsa di un misterioso cavaliere del fuoco chiamato a domare l’incendio di un mulino dove troverà la morte. Chiude il concerto la Sinfonia n.7 op.70 di Dvorák, dai tratti tipicamente slavi e dal carattere austero ed equilibrato, composta all’epoca dei primi successi internazionali del maestro boemo e commissionata dalla Società Filarmonica di Londra sulla scia dei successi ottenuti durante una serie di concerti nella capitale inglese nel 1884. Il concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Radio 3.