Monica Caporaso e Ida Buonavoglia, architette fiorentine e fondatrici della startup innovativa Anthropic, hanno fatto dell’innovazione e dell’inclusione il cuore del loro lavoro. Si sono incontrate nei corridoi della facoltà di Architettura di Firenze alla fine degli anni Ottanta. Tra le due socie co-fondatrici è scattata subito un’intesa professionale, di stima e amicizia e quello che inizialmente era un sogno, poi è divenuto realtà. La loro società si dedica alla progettazione di spazi multisensoriali pensati per migliorare la qualità della vita delle persone, con attenzione al benessere e alla diversità. Le due professioniste, premiate con una menzione speciale al ’Women Value Company’ di Intesa Sanpaolo, collaborano da anni per trasformare in realtà il sogno di creare ambienti che combinano design, tecnologia e sensibilità sociale. Il loro progetto più recente, Alab, rappresenta un esempio concreto di questa visione: un centro multisensoriale per la riabilitazione e il benessere psicofisico per chi ha difficoltà psicomotorie.
Cos’è Alab?
"Alab, con sede a Sesto Fiorentino, è uno spazio progettato per accogliere non solo i bambini, ma persone di tutte le età, con particolare riguardo agli anziani con patologie degenerative neurocognitive, come Parkinson, Alzheimer, demenza senile. È un centro che utilizza multisensorialità e realtà virtuale per supportare tutte le patologie neurocognitive e neuromotorie".
Quali tecnologie utilizzate?
"Il centro propone un approccio ludico e coinvolgente. Utilizziamo tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, per personalizzare i percorsi terapeutici. All’interno degli spazi, luci colorate, giochi tattili e suoni rilassanti sono progettati per stimolare i sensi e facilitare il processo di riabilitazione, migliorando la qualità della vita dei pazienti".
L’innovazione può davvero migliorare la società?
"Sì, è il nostro obiettivo principale. L’impegno nel sociale ci ha portate a sviluppare soluzioni che non solo migliorano la vita dei più vulnerabili, ma che stimolano anche nuove riflessioni sul design inclusivo e sul potenziale terapeutico degli spazi".
Oltre ad Alab, quali sono le altre attività di Anthropic?
"Offriamo servizi su misura per contesti molto diversi, dagli uffici ai ristoranti, dai negozi ai parchi pubblici, con una visione che mette al centro l’essere umano e l’inclusione".
Un esempio concreto?
"Un ufficio dove la disposizione degli spazi favorisce produttività e creatività, o ad un ristorante che coinvolge tutti i sensi, integrando tecnologia e design per offrire esperienze uniche. Oltre alla progettazione, ci impegniamo anche in progetti socialmente responsabili, come parchi inclusivi o case pensate per facilitare la vita ai disabili".