
Camminamento pronto per il 2026: la Regione investe 7,5 milioni. Idrovore al lavoro per svuotare la galleria creata dal Poggi nel 1870. "Bisogna verificare lo stato dell’opera e se vi siano infiltrazioni".
di Antonio Passanese
FIRENZE
Dal primo sopralluogo in gommone alle tre idrovore azionate ieri mattina. Dalla suggestione datata luglio 2023, quando il governatore Eugenio Giani, ai remi, ispezionò con l’allora sindaco di Firenze, Dario Nardella, i tunnel allagati, alla prima fase dell’operazione: le pompe messe in moto per prosciugare l’antico percorso sotto l’Arno, prima tappa dell’operazione per realizzare il passaggio pedonale sotto l’acqua, tra la torre della Zecca Vecchia e torre San Niccolò. Una galleria lunga 250 metri, a due canali – prima militare, secoli fa, quando la città era protetta dalle mura, poi manufatto dell’Ottocento, dell’ex ‘Fabbrica dell’acqua’ – che connette le due sponde a circa cinque metri sotto il letto del fiume e per la quale la Regione ha stanziato 7,5 milioni con il Fondo sviluppo e coesione.
Insieme al presidente, per un sopralluogo al centiere ieri, anche la sindaca Sara Funaro, i tecnici della Regione con il direttore del settore opere pubbliche Michele Mazzoni e il direttore del settore Difesa del suolo e Protezione civile Giovanni Massini. Adiacente al percorso infatti, proprio sotto piazza Poggi sorgerà anche la nuova centrale idroelettrica (i lavori si concluderanno entro dicembre 2024) che fa parte delle 13 pescaie (gli impianti sono 12) lungo l’Arno destinate a creare energia pulita dal fiume e finanziati attraverso Project Financing.
Tornando al tunnel – i cui lavori si concluderanno nel 2026 – il presidente Giani ne ha sottolineato la straordinarietà: "E’ un intervento a cui tengo, che vuol creare una nuova direttrice per il turismo, ma non solo. Abbiamo cominciato a svuotare la galleria che nel corso dei decenni ha perso l’impermeabilizzazione. Le idrovore sono al lavoro per ripulirla e per evidenziare così i punti in cui l’acqua si infiltra. Dobbiamo capire lo stato di conservazione del manufatto dall’interno, conoscenza che renderà possibile programmare i futuri lavori di recupero con apposito studio di fattibilità". Diventerà, quindi, un’attrazione e un percorso turistico, ma anche un passaggio in più dedicato alla mobilità dei fiorentini e dei lavoratori, spiegano il governatore e la sindaca Sara Funaro.
"La rete tramviaria sta crescendo e collegherà anche questa zona della città" con la linea di Bagno a Ripoli e, a due passi dall’imbocco del passaggio, con la fermata di piazza Piave. Così tra il tram "e i nuovi parcheggi scambiatori, ci saranno più punti di accesso sia per i cittadini che per i turisti. Avere anche questo camminamento, con una sua storia da raccontare, ci darà la possibilità di deviare dei flussi che invece, oggi, impattano in maniera forte sulla direttrice lungarno della Zecca-piazza Santa Croce". La stessa in cui, "negli anni, abbiamo avuto anche delle criticità. Penso all’uscita dalla scuola Vittorio Veneto".
Negli anni settanta dell’Ottocento il tunnel serviva a far passare i tubi funzionali alla fabbrica dell’acqua. E se quella galleria sotto l’Arno allora serviva come elemento di passaggio per operai e di servizio, tra un paio di anni permetterà a coloro che arrivano con i bus sui lungarni, di riemergere, "facendo pochi passi a piedi, in Oltrarno, visitando così una parte di Firenze importante e suggestiva", conclude Giani.