di Pietro Mecarozzi
"Non ci sono parole per descrivere quei momenti: i colpi sul petto, la respirazione bocca a bocca, il corpo di Mattia privo di movimenti". La voce di Mario Bacci, team manager dei valdelsani, trema ancora. Era in panchina, come tutte le domeniche in cui il Castelfiorentino è impegnato nel campionato di Eccellenza, quando il 26enne Mattia Giani, originario di Ponte a Egola, è crollato a terra dopo un’azione di gioco. "Dopo aver calciato ha fatto tre passi indietro – continua –, e si è accasciato . Abbiamo pensato all’ennesimo infortunio la ginocchio, poi però ci siamo resi conto che la situazione era molto più grave". Sul cronometro è il quindicesimo minuto: le due squadre in campo, il Lanciotto Campi e il Castelfiorentino (per cui Giani indossa la maglia numero sette) si fermano. Il sole batte forte sul campo dello stadio ’Ballerini’ di Campi Bisenzio. Si pensa anche a un colpo di calore, uno svenimento. Ma non è così.
Scattano subito i soccorsi. "Il nostro massaggiatore, che per tanti anni ha fatto l’infermiere, si è fiondato in campo – aggiunge Bacci –, ha iniziato a fargli un massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca".
Mattia però non risponde, e né fuori dallo stadio né ai bordi del campo in quel momento sono presenti mezzi del 118. "Le ambulanze sono arrivate dopo circa dieci minuti – conclude – tanto, troppo tempo in situazioni del genere". Il ragazzo è stato portato a Carreggi, in condizione gravissime. Sono ore cruciali e, secondo le prime indiscrezioni, Giani sarebbe tenuto in vita solo dai macchinari sanitari. "Sono arrivato a casa e ho pianto – spiega Bacci –. Questi ragazzi sono come figli, preghiamo per lui".
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro