"Il Serristori ridiventi un ospedale" Il Calcit contro il declassamento

Duro attacco del presidente dell’associazione di volontariato. Bonaccini: "Costi umani . ed economici ingiustificabili"

di Manuela Plastina

"Il Serristori torni ad essere un ospedale: i cittadini stanno pagando sulla propria pelle le scelte della sanità". La richiesta stavolta non arriva dalla politica, spaccata sul fronte pronto soccorso-poliambulatorio, ma da una voce altisonante: quella del Calcit del Valdarno fiorentino. L’associazione da anni lavora instancabilmente e gratuitamente per un’assistenza di qualità agli utenti. Per esempio, dà sostegno concreto al DH oncologico pagando parte del personale e attrezzature. Sta intervenendo sulla sanità territoriale, prima con la donazione di 34 defibrillatori cardiaci in punti strategici, poi con i ‘fratelli’ dell’area fiorentina e del Chianti nel garantire un medico per le cure palliative e anche con la recente apertura di un poliambulatorio nel centro di Figline.

Proprio per questo l’appello del Calcit risuona ancora più forte. "Si moltiplicano le testimonianze di pazienti che per curarsi devono raggiungere Ponte a Niccheri, non avendo gli stessi servizi al Serristori – sottolinea il presidente Mario Bonaccini –. Si tratta spesso persone sole o anziane, danneggiate dal declassamento del nostro ospedale a semplice stabilimento". Chiede che il presidio figlinese "torni subito ad essere un ospedale di base, in grado di far fronte alle necessità anche di ricoveri ospedalieri. Non è accettabile che a Figline arrivino persone dal resto della Toscana, mentre i malati e gli anziani del Valdarno non ne possono usufruire".

I costi umani ed economici del declassamento per il Calcit "sono ingiustificabili, senza contare le ore di attesa nei pronto soccorso di altri ospedali. Dispiace che mentre il governo annuncia nuove risorse economiche per i medici del settore, a Figline venga annunciata la definitiva chiusura della struttura che faceva fronte all’emergenza-urgenza". Se il Serristori tornerà alle sue funzioni di ospedale di base, conclude Bonaccini, "si potrebbe ristabilire l’accoglienza ospedaliera per la popolazione locale, riaprire il pronto soccorso ed evitare spostamenti costosi e rischiosi".

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