
di Manuela Plastina
Nell’elenco degli alberi monumentali della Toscana entrano anche due esemplari di Bagno a Ripoli: sono il leccio di Belmonte e la cipressa di Rimaggio. Sono stati insigniti di questo titolo a seguito del censimento effettuato dal Comune di Bagno a Ripoli insieme ai carabinieri forestali. Questi due alberi secolari sono stati considerati di "particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale" e pertanto necessitano di una tutela giuridica. I risultati del censimento sono stati trasmessi alla Regione che ora dovrà proseguire l’iter per l’inserimento burocratico tra gli esemplari protetti. Sono rimasti invece fuori dall’albo altri due alberi che avrebbero tanto da raccontare: il leccio di Grassina e quello di Capaccio. "Abbiamo dato seguito – dice il sindaco Francesco Casini – alla mozione Pd per la loro valorizzazione e tutela. Il passo successivo sarà puntare alla loro fruizione".
Sono alberi particolarmente amati, tanto che è nato un comitato spontaneo chiamato ’Amici del leccio di Belmonte’ presieduto dal fotografo Andrea Rontini. Per decenni di proprietà privata della famiglia Torrigiani, il terreno di 5 ettari con i suoi ulivi, un antico oratorio con all’interno un affresco attribuito a Domenico di Michelino allievo del Beato Angelico e una parte di 1900 metri di resede del leccio sono stati lasciati in eredità dalla signora Donella, morta lo scorso anno, alla Misericordia di Firenze. "Quando eravamo ragazzi – ricorda Rontini – ci facevamo picnic, giocavamo, facevamo ruzzolare l’uovo a Pasquetta, guardavamo da lì i fochi di San Giovanni. Sotto i suoi rami abbiamo dato il primo bacio, stavamo con la comitiva e ho portato anche le mie figlie a giocare lì".
Ormai da tempo l’area non è più accessibile. Ogni tanto qualcuno scavalca la recinzione commettendo un reato e senza il rispetto quasi sacro che i ragazzi di un tempo garantivano a questo luogo. In molti sognano infatti di poter tornare sotto quel leccio oggi diventato monumento.