Il cardinale Betori a San Lorenzo "Più equilibrio fra residenti e turisti"

Nell’omelia la tradizionale riflessione sulla città: "Una vera comunità civile con al centro la famiglia". Un modo per far fronte "anche ai fenomeni della criminalità". Il pensiero ai detenuti di Sollicciano

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Prima il corteo storico verso la basilica di San Lorenzo, la tradizionale offerta dei ceri e infine la messa officiata dal cardinale Giuseppe Betori e la benedizione alla città. Ieri Firenze ha celebrato il suo co-patrono, San Lorenzo e come sempre alla funzione religiosa erano in prima fila i rappresentati delle istituzioni: il sindaco Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la senatrice Caterina Biti, il presidente dell’Opera Medicea Laurenziana Paolo Padoin.

"Se il martirio per san Lorenzo giunge a toccare la sua carne – ha affermato il cardinale Betori nell’omelia – le sofferenze di un rifiuto possono però toccare la persona già nella parola che la emargina, la offende, la confonde. Ne siamo coinvolti anche noi oggi, chiamati a farci testimoni credibili della verità in un contesto umano in cui il sovrapporsi di opinioni senza fondamento oscura gli orizzonti di senso della vita".

Ma Betori ha voluto. come sempre, anche lanciare un invito, una riflessione, su Firenze. "Resta fondamentale per questa città ritrovare un equilibrio tra la sua vocazione di luogo unico di storia e di arte, per sé stesso quindi aperto a chi, da tutto il mondo, vuole arricchirsi dei suoi valori, e la necessità che si rafforzi il tessuto residenziale". Secondo Betori, l’obiettivo deve essere "dare forma a una vera comunità civile, con al centro le famiglie, aperta alla condivisione, capace quindi di far fronte anche ai fenomeni di criminalità". Per il cardinale, "un altro fronte da vigilare è la promozione della crescita e dell’esercizio del volontariato a favore dei bisogni della società: una società che si affida solo alle istituzioni e non promuove i soggetti sociali intermedi si isterilisce e non raggiunge le necessità dei cittadini nella loro concretezza". Inoltre il cardinale ha voluto "sottolineare la condizione dei detenuti nelle nostre carceri, così disumana e quindi ben lontana dalla finalità di redenzione e recupero personale e sociale che dovrebbe caratterizzare la pena".

"Il 10 agosto – ha commentato il sindaco Dario Nardella alla conclusione della cerimonia – è una giornata speciale come sempre, perché non solo è la giornata del co-patrono di Firenze, ma è anche la giornata che ci permette di fare il punto della situazione delle iniziative che riguardano questo pezzo di città che è così pieno di identità e di tradizioni".

Ieri sera, in piazza San Lorenzo, la festa ha raggiunto il suo culmine con la tradizionale distribuzione di pasta al ragù e cocomero per tutti.

Pa.Fi.

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