Istituto degli Innocenti: genitori cercansi, le origini ritrovate

Boom di richieste alla task force di esperti sulle tracce dei legami biologici

Un'immagine storica  dell'Istituto Innocenti di Firenze

Un'immagine storica dell'Istituto Innocenti di Firenze

Firenze, 22 gennaio 2019 - Chi erano mio padre e mia madre? Da dove vengo? E chi sono, io, per davvero? Chiudere il cerchio della vita trovando l’ultimo tassello, talvolta il più importante e doloroso: le proprie origini. È questa la necessità che ricorre nelle parole di chi, con una storia di adozione alle spalle, si rivolge all’Istituto degli Innocenti di Firenze per avere informazioni sulla propria famiglia biologica. Ex bambini abbandonati – e che poi hanno avuto la fortuna di trovare una nuova famiglia – che aspirano a ricostruire «i pezzi mancanti nel puzzle della vita», come raccontano le loro storie: difficili, amare, ma sempre affamate d’amore.

Oggi dare una risposta a questo bisogno è possibile. E la Toscana è in prima linea. Ma cosa possono fare i figli che cercano la verità sul passato? «Intanto un’istanza di interpello al Tribunale dei Minori che può essere accolta, ma non sempre andare a buon fine, perché i familiari biologici possono rifiutarsi di uscire dall’anonimato», spiega il presidente del tribunale per i minorenni, Luciano Trovato. Da marzo a ottobre 2018 sono 75 le persone che si sono rivolte a Ser.I.O, il Servizio informazioni per le Origini, progetto dell’Istituto degli Innocenti finanziato dalla Regione Toscana, che vogliono conoscere la propria storia. Possono fare richiesta di accesso al servizio gli adottati con più di 25 anni e quelli di età compresa tra 18 e 24 anni «per gravi e comprovati motivi psicofisici». Non solo: hanno accesso al progetto anche le famiglie adottive con figlio minorenne «per gravi e comprovati motivi legati alla salute psicofisica del minore». Il progetto è stato avviato a novembre 2017, con l’apertura di una sportello a marzo 2018, proprio per rispondere al bisogno crescente delle domande, raddoppiate in breve tempo. Il servizio è nato non solo per dare informazioni, ma soprattutto per accompagnare la persona in un percorso, il cui esito può rivelarsi traumatico.

«Agli Innocenti, luogo di accoglienza simbolo in Italia – racconta la presidente dell’Istituto, Maria Grazia Giuffrida – abbiamo la sensibilità giusta per aiutare concretamente i tantissimi che nei nostri archivi cercano tracce della propria storia personale». Prima della nascita di questo sportello le persone venivano indirizzate al Tribunale per i Minori di residenza perché avviassero la procedura, adesso invece vengono assistite nel percorso, vengono ascoltate e aiutate nella stesura dell’istanza fino alla ricezione degli esiti della richiesta. Da marzo 2018 sono stati fatti 22 colloqui. Non sempre la ricerca ha avuto o avrà un esito positivo.

Gli psicologi offrono un supporto nel momento più delicato che è la consegna dei documenti col risultato della ricerca. Lo svelamento delle notizie richiede tempo e parole per equilibrare le emozioni e per gestire la delusione di trovare solo documenti amministrativi e non una faccia. Per esempio le foto di quando erano bambini o tutto quello che può servire a ricostruire l’immagine di sé nell’infanzia. Perché se non si può conoscere il nome della madre, si può trovare consolazione delle informazioni di contorno. Non meno importanti.

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