Ex Gkn, tutto rinviato a settembre Assenti le aziende del consorzio

Ieri due riunioni ristrette fra le istituzioni e il proprietario di Qf e poi con i sindacati e la Rsu. La rabbia di Fiom e Uilm . La Regione pronta a contattare direttamente chi ha aderito all’Iris Lab

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di Barbara Berti

Per la vertenza ex Gkn tutto rimandato al 31 agosto, data del prossimo tavolo al Mise. E’ quanto emerge dalla giornata di ieri durante la quale si sono susseguite due riunioni ristrette: la prima tra istituzioni (Regione, Mise, Ministero del Lavoro e Invitalia) e Francesco Borgomeo, proprietario di Qf (la ex Gkn di Campi), la seconda tra istituzioni, sindacati e Rsu. Al primo incontro, le istituzioni si aspettavano – come avevano "richiesto nell’ultima riunione del tavolo in plenaria" – la presenza dei partner di Borgomeo, ovvero i giganti dell’industria 5.0 che, con la stessa Qf hanno dato vita al Consorzio Iris Lab. Per questo le istituzioni "contatteranno direttamente le aziende che hanno aderito al consorzio di imprese dedicato all’industria 5.0", proposta avanzata da Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente Giani, contatto che dovrà avvenire prima del tavolo di fine agosto.

Secondo Fiom e Uilm, c’è ancora troppa incertezza sul progetto. "L’incontro è servito a ribadire che Qf, che è alla base del progetto, ha un piano industriale solido e ha la capacità finanziaria per portarlo avanti" insiste Qf perché "la reindustrializzazione del sito la farà Qf, il consorzio Iris Lab si occuperà di ricerca e non di riconversione della fabbrica. Chi ancora oggi fa polemica o confusione su questo aspetto lo fa non conoscendo la vicenda o in mala fede e comunque mettendo a rischio il progetto stesso".

Quindi Qf si dice pronta a "presentare un accordo di sviluppo, se il Mise vorrà accoglierlo, con il coinvolgimento di Invitalia". Al tempo stesso ricorda "la necessità di avere la cassa integrazione che aspettiamo da gennaio e che sia necessario anche prevedere un piano di agibilità della fabbrica". A questo, la Fiom replica: "Ancora una volta si invertono causa ed effetto: la cassa integrazione non viene concessa perché non c’è chiarezza sul progetto, non il contrario. E lo stabilimento è perfettamente agibile. Il punto è che i lavoratori non hanno alcuna intenzione di smantellarlo senza chiarezza sulla sua reindustrializzazione". Stesso concetto arriva dalla Rsu: "Siamo al tentativo di ottenere cassa integrazione e smantellamento dello stabilimento sotto pressione emotiva e ricatto". La Rsu, in vista del tavolo del 31 agosto, tuona: "Per noi rappresenta l’ultima chiamata. Abbiamo indicato pubblicamente e ripetutamente le richieste, le domande, le proposte per fare un passo avanti. Siamo all’ultimo giro, dopo il quale l’assemblea permanente dovrà decidere se e come tornare a mobilitare l’intero territorio".

Qf, nel frattempo ricorda che "il piano industriale avrà un investimento pari a 50 milioni di euro e prevede che si riassorba l’intero bacino di lavoratori anche con nuovi inserimenti di figure legate alla elettrificazione".

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