CATERINA CECCUTI
Cronaca

District Fashion Party, otto firme toscane pronte a brillare per una buona causa

Domani sera l’Hotel 500 di Campi Bisenzio ospiterà moda, musica e solidarietà, sotto l’egida del Distretto dei Lions della Toscana

Una delle magnifiche creazioni di Eleonora Lastrucci

Una delle magnifiche creazioni di Eleonora Lastrucci

Firenze, 14 giugno 2025 – Domani sera, alla vigilia di Pitti Uomo, l’Hotel 500 di Campi Bisenzio accenderà i riflettori sul District Fashion Party, gran galà conclusivo dell’annata lionistica 2024-25 del Distretto 108 La Toscana: dalle 19.30 aperitivi in giardino, cena conviviale e, dalle 21, una passerella open-air dove soci Lions e Leo sfileranno accanto a modelli professionisti per raccogliere fondi destinati al Banco Alimentare con il sostegno della LCIF; in scena otto firme che raccontano l’Italia del guardaroba contemporaneo in tutta la sua varietà. Talita Florence Wear, nata dal coraggio visionario di Simona e sviluppata tra laboratorio toscano e onde del Tirreno, porta costumi da bagno pensati per ogni taglia e per ogni tono di pelle, caratterizzati da stampe vitaminiche che trasformano il tessuto in una cartolina di vacanza permanente: l’idea non è solo “bello in spiaggia” ma “sicuro e inclusivo”, con elastici che non segnano e cuciture sostenibili. Northaven, freschissimo label di outdoor-lifestyle, fonde performance tecnica (gusci in nylon riciclato, imbottiture termoregolanti) e taglio sartoriale: delle sue giacche si dice che possano scalare l’Apuane al mattino e sorseggiare un Negroni in piazza della Signoria la sera senza cambiare mood, con una palette che va dai toni lichene a un elegante blu notte. Angela Caputi Giuggiù, da quasi mezzo secolo atelier-joaillerie nel cuore di Firenze, sfila con maxi-collane, bracciali scultura e orecchini a cascata in resina colata a mano: pezzi-manifesto che Hollywood chiama quando serve un dettaglio wow (le sue creazioni compaiono nei film di Sorrentino e Ozpetek e tra i costumi de I Medici), sintesi di glamour rétro e audacia contemporanea. Landi Confezioni, dinastia nata nel 1948 e oggi guidata da Marco Landi (presidente nazionale Federmoda), mette in vetrina cappotti e trench costruiti come un’opera di falegnameria: cuciture invisibili, lane merino cerate che respingono l’acqua e pattern check rivisti in chiave minimal; non a caso il brand è presenza fissa a Pitti Uomo, dove ogni stagione reinterpreta il capospalla come manifesto di eleganza responsabile. Jerry Kaye Collection, marchio che dialoga con arte e architettura, propone abiti-quadro in cui drappeggi ispirati a sculture di Calder incontrano stampe che citano le fotografie di Berengo Gardin: ogni pezzo nasce in atelier toscano, tagliato a mano e numerato come un multiplo d’artista. DUA Prêt-à-Porter fa entrare in scena la “femminilità 2.0”: gonne plissé che sembrano muoversi da sole, sete leggere come aria e ricami ton sur ton che raccontano un romanticismo maturo, capace di convivere con sneaker gioiello e borse a tracolla-work. GiCapri, sartoria napoletana declinata al maschile modern-heritage (Gi Capri presenza fissa a Pitti), costruisce giacche destrutturate in lino di Solofra, pantaloni con frog-closure alla Capri e camicie leggere come un vento di mezzogiorno: l’uomo che veste GiCapri non urla il proprio stile, lo sussurra con rever ampi e tasche a barchetta, dimostrando che il vero lusso è la disinvoltura. Chiude la serata Eleonora Lastrucci Haute Couture, la designer pratese habituée dei red carpet da Cannes a Venezia: i suoi abiti da sera, tra tulle plissé soleil e ricami di cristalli microtaglio, sono pensati per “far sentire ciascuna donna un film in prima visione”, come ama dire lei; l’atelier di Firenze produce pezzi unici che spesso intraprendono tour mondiali prima ancora di rientrare in showroom. Sotto la regia artistica di Tullio Parronchi, coadiuvato da Simone Cappelli e Maria Scappini e con la conduzione di Stefano Baragli, luci, giochi d’acqua e set musicali cuciranno quattro ore di spettacolo ininterrotto, dimostrando che quando la moda si allea con la filantropia il risultato è un abito perfettamente su misura per il bene comune: dress code? solo uno, generosità scintillante.