Firenze, 17 novembre 2018 - «Chiediamo che ai nostri assistiti sia riconosciuta la genitorialità e che siano considerati vittime di quanto accaduto». A parlare così sono gli avvocati Giorgio Timitilli, Andrea Esposito e Gianni Lopez, che assistono mamma e papà della bimba di 11 anni molestata dal sacerdote di Calenzano, don Paolo Glaentzer. A loro si uniscono anche Lucia Astore, psichiatra forense e medico legale che ha seguito la famiglia già in passato e Leonardo Moretti, amministratore di sostegno. I legali chiedono inoltre che ai familiari sia dato il diritto di visita ai bambini. «Dopo mesi di silenzio – spiegano – abbiamo deciso di parlare per far sentire anche la voce della famiglia, che è stata condannata dall’opinione pubblica prima di qualsiasi processo. È stata di fatto additata come complice del sacerdote. Vogliamo dire che non è così. Siamo di fronte a un nucleo familiare con molte fragilità, che ha avuto ed ha tanti problemi. Sicuramente i genitori non possono farcela da soli e hanno bisogno di assistenza. E probabilmente proprio queste fragilità hanno reso difficile capire cosa stesse succedendo. Ma questo non significa che i genitori siano complici». Al momento i tre figli minori della coppia sono stati affidati a strutture protette, mentre con mamma e papà è rimasto il fratello maggiorenne. «I bambini possono vedere i genitori una volta al mese – continuano i legali – . Sono stati invece vietati i contatti con nonni, zii e altri familiari. Questo nonostante ci sia una Ctu, fatta anni fa, che attesta la piena genitorialità. Chiediamo un ripensamento su queste decisioni». Lisa Ciardi
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro