REDAZIONE FIRENZE

Baragli, il presentatore di Firenze "Ho ‘studiato’ Conti per imparare"

Storia di un ex musicista con la passione del palco

È considerato "il presentatore di Firenze": in particolare laddove c’è un evento di solidarietà, è legato al sorriso di Stefano Baragli (foto).

Le fa piacere essere definito il ’presentatore solidale’?

"Ne sono orgoglioso. Faccio il lavoro che sognavo: metterlo a disposizione di eventi filantropici mi fa stare bene".

Come ha iniziato questo mestiere?

"Lasciata da parte la carriera di musicista e cantante, 28 anni fa ero con mia moglie Lucia in un bagno sulla costa. Il presentatore rimase bloccato con l’auto; il titolare mi chiese di sostituirlo. Improvvisai e il giorno dopo su un quotidiano si parlava positivamente di questo me. Da lì ho studiato per imparare il mestiere".

Sono arrivati presto i primi ingaggi?

"No: ho preso tante ‘usciate’ in faccia dalle agenzie. Se non avessi questo carattere, avrei mollato. Fu Mariangela Arcangeli, alla quale devo tutto, della Maristar a scommettere su di me, facendomi presentare il festival “50 anni e dintorni“. L’ho fatto per 5 anni: è uno dei lavori di cui vado più orgoglioso".

C’è chi la paragona a Carlo Conti.

"Un onore. È attento, scrupoloso, appassionato. Così come era Fabrizio Frizzi, a cui mi legava una bella amicizia. Anche da loro ho cercato di rubare qualche segreto sul lavoro. Quando ti trovi di fronte a un imprevisto, subentra il mestiere, che viene solo dall’esperienza".

Quanto porta di Firenze nel suo lavoro?

"Sono fiero di essere fiorentino: quando mi chiedono se sono toscano, sottolineo : sono di Firenze. Molti comici sfruttano l’ironia a volte caciarona che solo qui abbiamo per farne la loro caratteristica principale. Nel mio lavoro preferisco l’educazione, la sintonia col pubblico. Do al pubblico me stesso".

I suoi obiettivi futuri?

"Ad aprile presenterò l’Oscar europeo della moda al Tuscany Hall in Eurovisione con Beppe Convertini, Licia Nunez e Antonio Zequila. Il 19 marzo tornerò col “Girotondo per sempre“ per il Meyer. Ho anche una prospettiva televisiva importante: speriamo di potercela fare".

Manuela Plastina