di Tommaso Carmignani EMPOLI Per ottantadue minuti, uno spettacolo. Sul resto, meglio stendere un velo pietoso. Ma ci sta, visto che anche l’Empoli, non più tardi di un paio di settimane fa all’Olimpico, aveva fatto la stessa cosa. Dispiace, perché quando un urlo fragoroso come quello di Luperto e Marin resta strozzato in gola è sempre un peccato, ma se vai a vedere la gara, quello che succede e le occasioni che capitano da una parte e dall’altra, questo 2-2 è perfino giusto. Conferma che quella di Zanetti è davvero una gran bella squadra: compatta, solida e pienamente matura, almeno fino al 2-1. Ma anche che la serie A è questa. E che con avversari forti come il Torino non puoi smettere di difendere con ordine come accade dall’82’ in poi. I granata la pareggiano nel finale, ma la pareggiano con merito. E quando colpiscono il palo a Vicario battuto vanno perfino a sfiorare una vittoria che avrebbe avuto davvero il sapore della beffa. Ma tant’è. Zanetti può sorridere pensando al modo in cui la squadra interpreta i suoi dettami, perché nel primo tempo – e nel doppio vantaggio che matura in 70 minuti – c’è tanto del suo. Il tecnico, che ritrova Marin in mezzo e sceglie Cacace al posto dello squalificato Parisi, rispolvera Satriano davanti con l’intento di colpire sul lato debole del Toro. Quello dove gioca Ricardo Rodriguez. L’ex del Milan è l’unico della retroguardia granata ad avere un deficit fisico con gli azzurri e per questo la palla lunga di Vicario cade sempre in quella zona di campo. La strategia funziona, perché consente all’Empoli di saltare il fastidioso pressing del Torino ed allungare la squadra di Juric. Una lezione probabilmente imparata all’andata, fatto sta che gli azzurri, pur senza creare granché, sono di fatto padroni del campo. Il gol arriva in fotocopia rispetto alla gara con la Samp: angolo di Marin sul primo palo, spizzata di Luperto e palla in rete. Juric capisce che così non va e sceglie di mandare in campo i titolari: con Miranchuk, Singo e Sanabria il Toro è certamente più vivace, ma nel momento migliore dei granata arriva il raddoppio di Marin con un gran destro da fuori. E’ a quel punto che la gara sembra finita, ma bastano pochi minuti per capire che non è così. Perché Zanetti avrebbe bisogno di effettuare un cambio che non ha, inserendo un’altra punta in grado di fare quello che lo stremato Satriano non riesce più a fare. La squadra si abbassa e soffre e tra le varie cose che non vanno c’è pure un Ricci in formato gigante. Il grande ex sente l’aria del Castellani e si scatena: prima colpisce un palo di tacco, poi segna il gol che riapre la partita con un gran tocco da centro area. E’ il guizzo che riapre la partita e che di fatto spiana la strada al pareggio. Un pareggio che puntualmente arriva con un gran sinistro di Sanabria da fuori, il giusto premio per gli sforzi di un Torino che nel finale rischia addirittura di vincerla. Ma sarebbe stato troppo.