Empoli, fine del mandato per la sindaca Barnini. "La politica resta una passione, vedremo"

Un saluto che profuma di arrivederci: "Dipenderà dalle proposte". Dalla soddisfazione per le opere compiute ai piccoli rimpianti: "Un’esperienza stupenda che mi ha fatto crescere, ringrazio tutti"

Brenda Barnini

Brenda Barnini

Empoli, 23 dicembre 2023 – Si chiude un’epoca. È l’ultimo mandato di Brenda Barnini, i suoi ultimi auguri di Natale. Almeno, s’intende, come primo cittadino dell’"adorata" Empoli. Poi chissà. C’è la vicina Regione Toscana che ammicca: "Uno scenario interessante? Sì, potrebbe essere", sorride lei. E qualcuno fantastica immaginando addirittura una gara con l’altro ’delfino’, il collega pistoiese di Fdi Alessandro Tomasi che da tempo si muove da governatore. Roba da cuori forti un simile testa a testa. Ma ci sono anche orizzonti – nazionali ed europei – solo geograficamente più lontani. "Vediamo", e ride.

Sindaca, cosa farà a luglio?

"Mi prenderò qualche giorno di riposo... sono 10 anni che si tira a tutta forza. Vedremo. Di sicuro con la politica è difficile chiudere. Anche se non si hanno più ruoli istituzionali, rimane una grande passione. Sempre nella consapevolezza che, impegnandosi e mettendosi a disposizione degli altri, si possa fare la differenza. Mi auguro di avere ancora l’opportunità di impegnarmi nel fare cose che migliorino la vita delle persone. Se queste occasioni invece non ci dovessero essere, andrà bene lo stesso".

Comunque c’è quel posto fisso in Comune a Pontedera...

"La nostra è la prima generazione cresciuta all’idea che il posto fisso non esiste... Ci mettiamo in gioco, di volta in volta, per veder cosa succede. Io ho fatto così fino a 41 anni, poi ho voluto mettere anche un punto fermo, ma non è una gabbia. Si può lasciarla scorrere la vita per vedere cosa ci presenta. L’importante è farlo con trasparenza, avendo chiaro che se ci fosse l’opportunità di continuare a svolgere ruoli politici lo si possa accettare con convinzione e non perché ’costretti’".

Ha già ricevuto qualche invito? Almeno da valutare...

"Ma sì! Tanti tanti, vedremo".

Avendo potuto, si sarebbe ricandidata a sindaco?

"Ci avrei pensato chiedendomi se fosse stata la cosa giusta per la mia città".

Com’è cambiata Brenda Barnini in questi anni, sempre che lo sia?

"Molto. Un’esperienza del genere ti cambia per forza, altrimenti non stai facendo bene... Ma alla mia crescita ha contribuito molto anche il diventare mamma. Questo ha influenzato anche il mio modo di fare il sindaco. Ho acquisito più sicurezza, confidenza con il ruolo, con la responsabilità del ruolo e maggior flessibilità. Per fare politica servono coraggio e gentilezza".

Tre aggettivi per descriversi.

"Sincera, anzi schietta, protettiva e determinata".

Il segreto del suo successo politico? Lo confessi.

"Non ho una ricetta magica. Lavorare tantissime ore al giorno. Essere disposti al sacrificio e all’impegno, tra l’altro spinge tutta la squadra a fare di più. Sicuramente è importante saper scegliere bene i collaboratori e io l’ho fatto. Ringrazio la giunta, il consiglio e l’intera struttura comunale".

Guardando a questi dieci anni di cosa va più fiera?

"Del risultato ottenuto sulle infrastrutture. Penso alla Sr429, al collegamento con il Polo tecnologico, alla bretella di Serravalle, alla Circonvallazione sud. Abbiamo realizzato opere attese da decenni, ma tanto resta ancora da fare. E vado orgogliosa anche di tutti i progetti di rigenerazione urbana: tutto per ridare al centro la fiducia che aveva perso. La rivoluzione, insomma, è iniziata: lasciamo aperti cantieri importanti con risorse trovate".

Il più grande rimpianto?

"Non poter concludere la sfida del Pnrr, ma almeno con il teatro Ferruccio siamo andati avanti. E mi dispiace di non esser riuscita ad avviare il percorso di miglioramento della piscina. È un servizio necessario del quale, chi verrà dopo di me, dovrà preoccuparsi. Il suo restyling è una priorità".

Qualcosa, invece, che avrebbe preferito non aver fatto?

"Niente. Quando ho potuto ho sempre cercato di correggere gli errori. Non ho mai avuto problemi a chiedere scusa o a tornare indietro".

Il ricordo indelebile?

"Nel 2018 la consegna della medaglia d’oro al merito civile che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso al nostro comune per il valoroso comportamento dimostrato dalla popolazione durante la Resistenza. Ho ancora l’immagine, bellissima, dei nostri partigiani in prima linea. Un momento importante, ufficiale che ci ha reso finalmente giustizia".

E invece proprio in questi giorni lo Stato ha impugnato le sentenze per il risarcimento alle famiglie delle vittime delle stragi naziste del 1944...

"Un atto grave. Qua e là si percepisce il tentativo di voler riscrivere la storia di questo Paese. Non fa bene e non fa onore neppure al presidente del consiglio Giorgia Meloni che dovrebbe, con molta più intelligenza, guarda al futuro e chiudere per sempre i conti con il passato".

La sicurezza, secondo lei, è un tema di destra?

"No, e chi lo dice fa un grande danno alla politica, in generale. Le città nascono, per definizione, per proteggere i cittadini. Cosa abbiamo fatto noi? Abbiamo agito con gli strumenti che la legge nazionale concede agli amministratori, combattendo il degrado e la marginalità sociale, riqualificando gli spazi. Ma bisogna aumentare l’organico delle forze dell’ordine: le telecamere non bastano e il territorio deve essere monitorato".

Definirebbe la stazione ferroviaria un inferno?

"No, al limite un purgatorio!".

Fronte scuola, sente di meritare la ’promozione’?

"È stata una priorità assoluta. Abbiamo rifatto completamente quattro scuole e procede il cantiere al nido Melograno. Empoli ha 33 plessi, servono tanti soldi per la loro manutenzione. È e deve continuare a essere il principale capitolo di spesa".

Come sta l’ospedale?

"La sanità toscana deve lavorare su liste d’attesa per la diagnostica e pronto soccorso. Per evitare disagi bisogna potenziare il personale e i servizi di prossimità alternativi al Ps. Ma se il Governo continua a tagliare il fondo sanitario...".

La battaglia contro il gassificatore l’ha vista prendere posizioni contro corrente e contro il partito. Rifarebbe tutto?

"Un sindaco deve saper ascoltare i cittadini, senza preoccuparsi di quello che qualcuno potrebbe dire o fare per poi metterlo in difficoltà. Più di uno, dentro e fuori dal mio partito, ha pensato che quella vicenda avrebbe chiuso la ’pratica Barnini’. Valeva la pena rischiare...".

Quanto alla sua eredità, perché non scommettere di nuovo su un candidato donna, visto il successo?

"Abbiamo voluto ristabilire la parità di genere (ride, nda )".

Crede nel candidato Alessio Mantellassi?

"Certo. È stato scelto attraverso un percorso interno bello e costruttivo. È molto conosciuto e apprezzato in città. Credo che, se lavora bene, gli empolesi gli potranno dare piena fiducia. Gli consiglio di ascoltare, di confrontarsi sempre con tutti".

Andrea Poggianti o Simone Campinoti, quale l’avversario più temibile?

"Non so come si concluderà il percorso interno al centrodestra. Giungeranno anche loro a una proposta... Noi siamo arrivati per primi con la candidatura ed è un segno di chiarezza. E la gente ha bisogno di chiarezza".

Il territorio empolese è entrato nella storia per i suoi risultati elettorali, resistendo come roccaforte dem. Il Pd può quindi dormire sonni tranquilli in vista del voto?

"...Se non dorme sonni tranquilli ce la può fare a rivincere in tutti i comuni".