Montelupo, la vetreria Aton Luce è in crisi, sono a rischio 45 posti di lavoro

Il problema principale è il calo delle commesse. Riunioni in corso

Un operaio (Foto di repertorio)

Un operaio (Foto di repertorio)

Montelupo (Firenze), 17 aprile 2018 - «La ripresa è timida e la crisi non è ancora finita, come dimostrano le crisi, anche complicate, a cui abbiamo dovuto far fronte negli ultimi tempi»: La diagnosi è di Giuseppe Dentato e di Edmond Velaj, sindacalisti della Filctem-Cgil. «Serve un ciclo nuovo per ‘scuotere’ la ripresa».

L’Empolese ha corso il rischio di perdere anche l’ultima vetreria artistica rimasta in attività, l’Aton Luce (ex Lux) di Montelupo. «L’azienda era nel mare della crisi – dice Velaj–, ma aveva fatto investimenti. Gli ultimi due anni di attività, però, non sono stati buoni: il fatturato è calato fino a 5 milioni. Abbiamo avviato una trattativa per avere un nuovo piano industriale ed è emerso che c’erano degli esuberi, poi quantificati, anche con i sacrifici degli operai, in 7-8 addetti sui 45 totali. Poi, un paio di settimane fa, è arrivato l’annuncio della cessazione dell’attività perché alcuni grossi clienti avevano prospettato per il 2018 un calo delle commesse. Noi ci siamo detti contrari e abbiamo chiesto di riaprire il tavolo di trattativa. L’Aton Luce si è dichiarata disponibile. Il senso è che vogliono continuare l’attività, anche se i soci sono piuttosto anziani (sono 9 e il più giovane ha 65 anni). Abbiamo in programma un altro incontro la settimana prossima e chiederemo che la vertenza arriva al tavolo di crisi della Regione. Noi proporremo interventi per l’accesso al credito con l’obiettivo di favorire investimenti e per la formazione del personale. Rivolgiamo poi un messaggio alle istituzioni e alle imprese, in accordo con l’azienda, con l’obiettivo di salvare la fabbrica i cui lavoratori, in media con 50 anni d’età, sarebbero difficilmente ricollocabili in altre aziende. I numeri dei dipendenti, purtroppo, dovranno essere ridiscussi in sede di trattativa, se le previsioni di fatturato si manterranno tempestose».

Vertenze come questa fanno drizzare le orecchie ai sindacalisti che, al netto delle soluzioni per la Revet Vetro e la Vibac di cui parliamo negli articoli accanto, vedono concretizzarsi un futuro non troppo rassicurante. Per questo tengono a dire la loro sul dibattito che si è acceso con gli interventi delle associazioni degli imprenditori sul futuro dell’Empolese Valdelsa.

«Certo – spiega Dentato –, la formazione è essenziale, come dicono in tanti, e anche noi ne siamo convinti, ma non possiamo mettere in secondo piano che il nostro territorio è tra i più importanti in Toscana per l’attività industriale». Secondo Velaj c’è un’occasione che la nostra zona dovrebbe cogliere.

«Mi riferisco alla pelletteria. Noi siamo in mezzo alla fonte della materia prima, la pelle, cioè Fucecchio e Santa Croce, e la zona di Scandicci e in parte della Piana, dove i prodotti della pelletteria vengono realizzati. Potremo avere un ruolo con una nostra presenza industriale, visto che l’area intorno a Firenze si sta saturando. Certo, servono infrastrutture materiali, strade e ferrovie adeguate, e immateriali, internet soprattutto. C’è però il problema dell’Unione dei Comuni che non decolla, anche perché non dispone di poteri diretti».