
Sara Scimmi in una bella foto scattata durante una vacanza al mare: la sua morte a soli 19 anni resta un caso con ancora tanti interrogativi aperti
CASTELFIORENTINO
La notte in cui Sara Scimmi, 19enne di Castelfiorentino, il 9 settembre del 2017 fu trovata cadavere sulla strada regionale 429, è ancora avvolta nel mistero. E nei silenzi. Nei giorni scorsi a “Storie Italiane“ con Eleonora Daniele su Rai 1 si è parlato del caso. Ad intervenire in collegamento c’erano la mamma e la sorella Giulia che credono che quella sera Sara fosse in pericolo: "Noi pensiamo che stesse scappando – hanno detto –. La certezza sia della procura sia della ricostruzione medico-legale, è che lei quando venne travolta dal camion era già distesa centrale alla strada con un femore rotto. È stata scaricata da una macchina o stava scappando. Sicuramente qualcosa è successo". Per la famiglia, infatti – lo ricordiamo – il punto è sempre stato un altro. Il prima. Sul quale inizialmente fu aperto un filone d’indagine per omicidio volontario contro ignoti - e conclusosi con l’archiviazione - per verificare se Sara, prima di essere travolta dal camion, fosse stata aggredita, o abbandonata in strada, o travolta da altre auto dopo una normale serata in discoteca.
Tanti sono i dubbi della famiglia sulle indagini e su cosa sia realmente accaduto: nel video delle telecamere di sorveglianza presenti sul luogo della morte si vede un’automobile che sfreccia poco prima dell’incidente. L’appello del padre è rivolto a chi era sulla vettura: "Con l’effetto mediatico che c’è stato in sette anni non capisco perché il conducente di quella macchina che incrocia il tir non si sia fatto avanti, se non ha fatto nulla non ha nulla da temere". E ha aggiunto: "Sotto le unghie di mia figlia vi sono 4 o 5 Dna maschili che non sono mai stati periziati". Ma perché Sara era sdraiata a terra al centro di una strada statale? Era stata vittima di un’aggressione o, appunto, era stata scaricata lì da qualche auto?
Domande che nei mesi scorsi sono state di nuovo messe sotto la lente. Con particolare riguardo la possibile identificazione di un’auto che, forse, è la chiave per entrare dentro i misteri di quella notte. La sorella ha poi precisato: "Anche le celle telefoniche non sono mai state analizzate. Sono sette anni che facciamo richieste, ma questo non è stato mai preso in considerazione".
Carlo Baroni