Scabbia al San Giuseppe: due reparti in sofferenza

Una quindicina di lavoratori colpiti tra la Medicina e il pronto soccorso . Simone Baldacci (Fp - Cgil): "Difficile coprire i turni durante le festività"

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EMPOLI

Torna l’allarme scabbia al San Giuseppe di Empoli, che in questi giorni di festa sta mettendo in difficoltà i due reparti di medicina del quarto e quinto piano. Sono una quindicina, principalmente operatori socio sanitari, i lavoratori colpiti da questa patologia contagiosa della pelle che provoca un intenso prurito allergico. "La scabbia norvegese è una malattia dalla quale non si guarisce rapidamente – spiega Simone Baldacci, coordinatore della Funzione pubblica Cgil dell’Asl Toscana centro – Si cura con l’applicazione di una pomata specifica, ma spesso i tre giorni di malattia che vengono prescritti dalla medicina del lavoro non sono sufficienti e di conseguenza gli operatori sono costretti a chiedere un prolungamento della malattia – sottolinea il sindacalista – Questo, però, si trasforma in una beffa perché, per effetto del decreto Brunetta ancora in vigore, la proroga dei giorni fa scattare la decurtazione di 15 euro dalla busta paga. Insomma: oltre a dover curarsi il lavoratore viene anche punito". Tra l’altro questi sono giorni particolari dove l’assenza di un operatore è difficilmente sostituibile. "Data l’emergenza c’è chi è stato costretto a rinunciare ai propri giorni di ferie, magari fissati da tempo, per non lasciare scoperti i turni", sottolinea ancora Baldacci.

Il mini focolaio sta interessando le due medicine dell’ospedale cittadino e in parte anche il pronto soccorso. "Sono i due reparti più esposti – spiega il sindacalista – In base alla recente esperienza, la scabbia, che è provocata da un parassita, si manifesta nelle persone anziane, sole, con scarsa igiene personale. Non sempre chi arriva al pronto soccorso presenta dei sintomi: il periodo di incubazione è variabile. Dopo il primo trattamento, il paziente viene trasferito in reparto dove a quel punto il contagio con gli operatori si è già verificato".

L’uso di dispositivi di protezione, come guanti, cuffie e camici monouso, è fondamentale per contenere la trasmissione. "La pulizia degli ambienti di degenza, dalla biancheria del letto agli indumenti dei pazienti, è fondamentale per eliminare il parassita. Lo stesso lavoratore contagiato anche a casa deve stare molto attento ad osservare queste regole di pulizia per evitare la trasmissione in famiglia".

Non è la prima volta che la scabbia entra al San Giuseppe. Nel 2010 ci fu una epidemia confermata dall’allora Asl 11. In quell’occasione venne attivata la sorveglianza sanitaria e circoscritti tempestivamente coloro che avevano contratto la patologia.

i.p.