REDAZIONE EMPOLI

La tragedia di Santo Stefano: "Quelle bombe sulla città sono una ferita ancora aperta"

La messa di don Guido in Collegiata, poi il corteo fino al monumento per ricordare i 123 caduti

Il sindaco Alessio Mantellassi durante l’annuale cerimonia per ricordare le vittime del bombardamento degli Alleati: una data impressa nella storia della città

Il sindaco Alessio Mantellassi durante l’annuale cerimonia per ricordare le vittime del bombardamento degli Alleati: una data impressa nella storia della città

Ogni anno quel ricordo, quella immane ferita scolpita nella storia della città di Empoli. Ieri nella Collegiata di Sant’Andrea don Guido Engels ha ricordato la tragedia del 26 dicembre del 1943: furono 123 le vittime causate dalle 210 bombe sganciate dagli Alleati sopra la città per colpire la ferrovia. Dopo la messa il corteo verso il monumento dei caduti in viale IV Novembre, a due passi dalla stazione, dove è stata deposta una corona, ai piedi dell’opera del maestro e partigiano Gino Terreni. Presenti il sindaco del Comune di Empoli, Alessio Mantellassi, rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, le autorità civili e militari, associazioni cittadine, rappresentanti di Comuni limitrofi, e cittadini. "Appuntamenti come questi – spiega Mantellassi – ci ricordano il dolore di intere famiglie, distrutte dalla guerra, ma anche quello di una città, colpita nella sua integrità mentre resisteva per conquistare la pace". Le bombe di quel 26 dicembre erano le bombe degli Alleati, "spese per una causa giusta – specifica Mantellassi –, ma che fecero comunque morti e feriti". Perché le bombe non fanno distinzione tra gli obiettivi strategico-militari e i civici delle Cascine, Ponzano e altre località.

"Siamo in un luogo che richiama la pace e immagina la costruzione di percorsi di pace, li facciamo ogni giorno con “Investire in democrazia“, i viaggi della memoria o l’incontro di Filofesta con Luciana Castellina, oltre alla cooperazione internazionale come il viaggio fatto nei campi profughi saharawi – aggiunge –. Anche in questi impegni si misura la trasmissione dell’impegno di pace".