YLENIA CECCHETTI
Cronaca

In piazza per ricordare Maati. Il corteo contro la violenza . Delusione per la partecipazione

Nonostante l’invito rivolto a scuole e istituzioni, i numeri sono stati al di sotto delle aspettative. L’appello della madre del 17enne ucciso: "Dove sono i cittadini? E gli istituti superiori empolesi?" .

Nonostante l’invito rivolto a scuole e istituzioni, i numeri sono stati al di sotto delle aspettative. L’appello della madre del 17enne ucciso: "Dove sono i cittadini? E gli istituti superiori empolesi?" .

Nonostante l’invito rivolto a scuole e istituzioni, i numeri sono stati al di sotto delle aspettative. L’appello della madre del 17enne ucciso: "Dove sono i cittadini? E gli istituti superiori empolesi?" .

di Ylenia Cecchetti

Sono entrati in piazza squarciando il silenzio. Il "ruggito" dei partecipanti al corteo è rimbalzato sulla fontana delle Naiadi fermandosi ai piedi dei leoni. Tre parole gridate in manifestazione, le stesse riportate sullo striscione adagiato proprio sul monumento simbolo della città. "Giustizia per Maati". Un centinaio di persone hanno percorso il centro storico empolese facendo più rumore possibile. Fischi, megafoni e manifesti: si è fatto sentire il gruppo che ha risposto alla chiamata del comitato "A-Maati - Maati vive", nato in ricordo di Maati Moubakir, 17enne di Certaldo assassinato dal branco mentre aspettava l’autobus per tornare a casa dopo una serata in discoteca a Campi Bisenzio. Il serpentone si è fatto largo tra via Ridolfi, via del Papa e via del Giglio, applaudito anche dai commercianti usciti sulla porta dei propri negozi in segno di rispetto. "Basta violenza, basta coltelli, basta paura. I ragazzi e le ragazze devono tornare a casa la sera e noi siamo qui per loro. Per Maati e per tutti. Nessuna mamma deve più piangere un figlio". Scortata dalle forze dell’ordine, la marcia organizzata dagli amici e dai familiari del giovane per tenere viva la memoria e sensibilizzare ai valori di pace e di rispetto, ha trascinato con sé le istituzioni, il Centro aiuto donna Lilith e (pochi) studenti. In testa al corteo i genitori di Maati, gli amici di sempre, alcuni membri del comitato, l’assessora alla Sicurezza e alla Legalità del Comune di Empoli Valentina Torrini e il vicesindaco di Montespertoli Marco Pierini. Empoli chiede giustizia per Maati, imbracciando cartelli con messaggi d’amore. Alcuni manifestanti, prendono coraggio e parola.

"Basta all’indifferenza per strada. E’ importante non voltarsi dall’altra parte quando si nota qualcosa di strano o qualcuno in difficoltà. Dobbiamo essere più uniti: scuola e istituzioni, tutti insieme per combattere l’omertà. E siamo nel cuore di coloro che indossano la divisa e ogni giorno rischiano la vita senza proprio per combattere questa violenza che dilaga". Tra i rappresentanti del mondo della scuola che si sono uniti al corteo anche l’insegnante di Maati, referente del corso di formazione frequentato dal giovane all’Istituto Copernico di Poggibonsi.

"Non servono grandi opere per fare la differenza – ha detto la docente Francesca Laura Suraci –. Ci vuole attenzione al piccolo gesto quotidiano, partendo dalla partecipazione, come quella che oggi ci porta qui". Da piazza XXIV Luglio, dopo un paio di "giri" d’Empoli, intorno alle 11 ci si ferma sul sagrato della Collegiata di Sant’Andrea, palco ideale dal quale far partire interventi e momenti di riflessione. A rompere il ghiaccio è Silvia Baragatti, la madre di Maati. "Mio figlio il 29 dicembre non è tornato a casa. Ci è stato restituito con una telefonata che ci annunciava quelle cinque maledette coltellate per futili motivi, anzi, senza motivo. L’ira ha preso il posto dell’empatia, ma io nei ragazzi ci credo ancora. Conto su di loro, sulla forza del dialogo. Il comitato è nato per fargli capire che se dovessero commettere qualche reato ci sono le pene. E ne servono di certe. Ma anche per mettere insieme iniziative come quella di oggi contro ogni forma di violenza. Questa società ha creato nelle giovani generazioni una voragine, basta scegliere se riempirla con rabbia o con energia positiva. Un’altra società è possibile e siamo qui per costruirla. Bisogna partire dalle scuole". Era rivolto soprattutto al mondo della scuola l’invito a partecipare. Ma l’appello è caduto nel vuoto. "Dove sono i cittadini? E gli istituti superiori empolesi?".