Il ’no’ alla guerra unisce più popoli "Così possiamo aiutare l’Ucraina"

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Il no alla guerra unisce comunità locali e lontane, etnie e religioni diverse. La solidarietà al popolo ucraino è unanime, e a Empoli la chiesa ortodossa, come quella cattolica (partecipatissima la veglia organizzata dalla parrocchia empolese l’altra sera nella collegiata Sant’Andrea in piazza Farinata degli Uberti) sta cercando di dare il proprio contributo.

Nel centro di Empoli, in piazza Madonna della Quiete, c’è il negozio di Elena Paduraru, diventato il punto di raccolta di beni da destinare ai profughi in fuga dai bombardamenti. ’Decebal’, un piccolo supermercato di prodotti tipici rumeni, molto frequentato da rumeni residenti sul territorio, ma anche da polacchi e georgiani, accoglierà le generose offerte.

"E’ stato padre Andrei Aioanei, della diocesi ortodossa romena d’Italia, parrocchia Santa Anisia Martire di San Miniato, a chiedermi se potevo mettere a disposizione i miei spazi e la mia rete di contatti – spiega la titolare del negozio –. Ho accolto la richiesta con piacere perché so cosa significa essere costretti a scappare dal proprio Paese in cerca di una vita migliore". Lei stessa lo ha fatto ormai dieci anni fa.

"Per fortuna in Romania non c’era la guerra, ma tanta povertà – racconta Elena – Così decisi di venire in Italia. Per un po’ di tempo, prima di aprire il negozio, ho fatto la baby sitter. A Sovigliana, proprio davanti alle Poste, ho conosciuto mio marito, anche lui rumeno. Abbiamo provato a tornare in Romania, ma alla fine abbiamo deciso che l’Italia fosse la nostra nuova casa. Abbiamo messo su famiglia, abbiamo due figli di 10 e 12 anni". La donna parla un italiano perfetto. "Ho cominciato a studiarlo con mio figlio quando ha iniziato a frequentare la prima elementare - spiega – Vedere le atrocità sui civili, soprattutto sui bambini, che sta provocando questa assurda guerra mi fa stare male. Ognuno nel proprio piccolo dovrebbe fare qualcosa. Chiunque possa e voglia donare qualcosa può portarlo da me. Rivolgo l’appello alla comunità rumena, ma anche a tutte le altre presenti sul territorio. Le persone che fuggono dalle proprie case necessitano di tutto, dai vestiti, ai pannolini per i bebè, agli assorbenti igienici per le donne".

La prima parte di raccolta andrà avanti fino a domenica. "Caricherò tutto il materiale e lo porterò a San Miniato nei locali della chiesa ortodossa, dove verranno messi su dei mezzi diretti alla frontiera ucraina. Da lunedì ripartirà la raccolta".

Irene Puccioni