Il Mmab come esperienza pilota. Uno spazio culturale a più livelli capace di ascoltare i cittadini

Il progetto della biblioteca-museo-archivio nato nel 2014 è stato presentato in un convegno a Venaria Reale

Il Mmab come esperienza pilota. Uno spazio culturale a più livelli capace di ascoltare i cittadini

Il Mmab come esperienza pilota. Uno spazio culturale a più livelli capace di ascoltare i cittadini

Una lunga catena umana che dal Centro Nautilus trasferiva gli ultimi volumi della biblioteca nel nuovo edificio di piazza Vittorio Veneto. Così è nato nel 2014 il Mmab di Montelupo, con l’obiettivo di creare un luogo di incontro e scambio, usando al meglio gli spazi disponibili per la fruizione del grande e imponente edificio che al tempo ospitava solo il Museo della ceramica. Il Mmab rappresenta un’idea di approccio alla cultura. Un approccio che ha valicato i confini regionali, venendo considerata un’esperienza pilota a livello nazionale tanto da essere presentato dall’assessore Aglaia Viviani in un convegno organizzato dal Comune Città di Venaria Reale (To), accanto ad altre grandi realtà culturali italiane. Il convegno dal titolo “Gli spazi culturali ibridi: città, persone, visioni e prospettive”, è stato pensato per avviare una riflessione sui centri culturali ibridi, sulla loro natura e sul loro potenziale nei processi di sviluppo urbano, sulle connessioni tra mondo della cultura e mondo dell’educazione in un contesto più ampio di cambiamenti e transizioni culturali, sociali, economiche e ambientali. Una convivenza quella fra biblioteca, museo e archivio che a Montelupo non è sempre stata facile, ma che nel tempo ha prodotto iniziative culturali di alto livello. Ultimo, solo in ordine di tempo, il convegno dedicato ai 50 anni dalla scoperta del Pozzo dei Lavatoi. "Ho sempre rivendicato un’idea “popolare” della cultura, a servizio dei cittadini, in cui gli spazi si modellano per adattarsi ai bisogni di chi li frequenta – ha commentato l’assessore Aglaia Viviani –. Il rischio diversamente è quello di creare cattedrali vuote, magari ineccepibili scientificamente e filologicamente, ma vuote. Il Mmab ha invece un’anima. Mi piace immaginarlo come un essere vivo pronto a mutare con il cambiare della condizioni. Ed è questo che ho raccontato nel convegno organizzato a Venaria, non senza emozione".

A distanza di quasi 10 anni si può dire che il Mmab sia fedele allo spirito originario e nello stesso tempo si sia adattato al mutare delle condizioni; ha retto il colpo della pandemia ed ha avviato un percorso di ascolto dei cittadini grazie al quale sono state individuate le linee di sviluppo per i prossimi anni. Il primo intervento in ordine di tempo riguarda l’adeguamento della hall in concomitanza con la concessione dello spazio a un nuovo gestore.