REDAZIONE EMPOLI

Dopo 13 anni scende dall’automedica "Troppa pesantezza a livello emotivo"

La dottoressa Ceccatelli lascerà il 118 per diventare medico di famiglia: "Così potrò stare di più con i miei figli"

di Irene Puccioni

EMPOLI

La professione medica ce l’ha nel Dna, ma dopo tredici anni sull’automedica, la dottoressa Giada Ceccatelli, 41 anni, ha deciso di scendere. Lascerà il servizio del 118 di Empoli, per iniziare, dal primo di marzo, la sua nuova avventura professionale, quella di medico di famiglia a Empoli.

Dottoressa, ha iniziato a prestare servizio al 118 per scelta o per necessità?

"La mia prima vocazione, dopo essermi laureata, era la pediatria. Poi è capitata l’occasione del 118 e anche l’emergenza l’ho amata subito. Diciamo che nel mio Dna c’è la professione medica, a prescindere dagli ambiti. A maggio scorso ho vinto il concorso per medicina generale, ho fatto domanda per la zona carente e si è aperta la possibilità di un posto a Empoli".

Cosa l’ha portata a cambiare ambito?

"Principalmente è stata una scelta dettata da esigenze familiari. Nel corso di questi tredici anni ho avuto due figli, Tommaso e Rebecca, di 8 e 5 anni, che hanno bisogno di stare con la loro mamma, ed io con loro. Dopo la pandemia Covid l’impegno professionale, che era gestibile, è peggiorato in termini di mole di lavoro. Ogni anno è diventato sempre più importante a causa della riduzione di personale. Tutto ciò mi ha portato a cercare un lavoro che potesse conciliare l’amore per la medicina con la mia famiglia. Ma c’è anche altro".

Cosa?

"La pesantezza emotiva dei servizi. In tutti questi anni sono state tante le volte in cui ho dovuto dare delle notizie tragiche a parenti di persone soccorse che hanno perso la vita. L’ultima è stata alla vigilia dello scorso Natale, ed è stato straziante. Sono cose che non si superano mai totalmente. Adesso ho bisogno di prendermi una pausa. Rimettermi in gioco non mi spaventa, anzi".

Che cosa si porta dietro degli anni sull’automedica?

"Il fatto di aver fatto la differenza in tante occasioni. Quando arrivi sul posto sai che devi intervenire tempestivamente. Ci sono volte in cui va bene, altre purtroppo no. In tutti questi anni sono nati anche rapporti stretti con i colleghi, al di là del lavoro. Sicuramente continueremo a frequentarci. Al 118 sono stata davvero bene".

Da questo nuovo capitolo della sua vita come medico di medicina generale a Empoli cosa si aspetta?

"Sicuramente potrò tornare ad avere un rapporto diretto con i pazienti, che mi è mancato molto. Al 118 le persone che soccorri in un certo senso poi le perdi; come medico di famiglia, invece, posso dare continuità all’assistenza. Il medico di base diventa un po’ il punto di riferimento della persona. E’ un aspetto, questo, che mi piace molto. E poi andrò a collaborare con il collega Iacopo Periti, che stimo tanto: credo che insieme potremo fare anche una medicina di base più moderna".

La sua famiglia come ha preso la notizia?

"Benissimo. I miei bambini sono molto felici perché potranno stare molto più tempo con la loro mamma. Hanno anche detto che per l’ultimo mio turno al 118 faranno una festa (ride, ndr)".