
Dentro al bunker: sogni e canzoni: "Qui è esplosa la loro creatività"
Se l’idea è vincente, quando arriva non bussa. E spesso germoglia in covi e garage. Così è stato per colossi americani del calibro di Google o Amazon, e per tante, tantissime band. Ma non importa andare lontano. Basta fermarsi al bunker di Villanova, 120 metri quadrati di sogni e creatività, un posto magico dove si respira l’arte in tutte le sue forme. I giovanissimi del territorio che sono passati di lì hanno lasciato un’impronta; in musica, colore, a parole. E’ tra quelle mura che è nato il progetto dei ’Bnkr44’. E’ lì che nel 2019 7 ragazzi di Empoli e Cerreto Guidi hanno messo insieme i loro talenti per dare vita a un collettivo under 25, un gruppo che oggi si gioca la vittoria a Sanremo a fianco dei big. Nel bunker, diventato un vero studio di registrazione, c’è chi scrive, chi canta, chi suona, chi disegna. E chi, come Gherardo Stagi, tira le fila di un successo per niente improvvisato, ricoprendo il ruolo di "manager".
Tutto è iniziato dal seminterrato di casa Stagi, nella frazione empolese che conta mille anime e dove in questi giorni non si fa che parlare dei "ragazzi a Sanremo". Se lo tengono stretto, il loro nido, i giovani artisti. Guai a chi glielo tocca, perché su quelle pareti c’è tutta una storia, fatta di quadri, stampe, cimeli e ricordi. C’è il pianoforte bianco di Ghera, regalo di Comunione. Chitarre e casse, disegni e poster. Si sono sempre ritrovati al bunker per giocare a carte, alla Playstation o guardare la partita, Ghera, Fares, Erin, Caph, JxN, Faster e Piccolo. "Hanno creduto in quel che facevano. Il loro segreto? Si divertono, stanno bene insieme, al di là di tutto, al di là della musica. E’ un ambiente ricreativo, questo. Un po’ come erano una volta i Circoli". Parola di Federico Stagi, babbo orgoglioso. "Vederli a Sanremo è stato come guardare i rigori ai Mondiali. Da tapparsi gli occhi".
Aveva 15 anni, Gherardo, quando ha sentito l’esigenza di un posto tutto suo. "Faceva il dj - racconta lo zio, Simone Bagni - Qui sotto casa, dove prima c’era una ex confezione di abbigliamento in pelle, gli ho costruito una stanzìna". Che poi è diventata grande abbastanza da contenere le ambizioni dei 20 anni. E’ un posto vivo, il bunker, soprattutto ora che i padroni di casa sono fuori. Sabato amici e genitori si ritroveranno proprio lì per seguire insieme la finalissima. Sparsi in giro ci sono anche dei fiocchini rossi. "E’ una tradizione di famiglia - confessa Cristiana Bagni, mamma di Ghera - Ogni volta che c’è qualcosa di importante preparo fiocchi rossi per tutti. I ragazzi li hanno con sè. Sono piccoli amuleti". Entra presto a lavoro, mamma Cristiana, e già in pigiama ha messo la sveglia per non perdersi la performance. "Li ho visti seri, molto professionali, cresciuti. C’è un’alchimia speciale che li tiene insieme, li fa brillare. Hanno lavorato, il successo non è esploso all’improvviso".
Le canzoni sono nate tutte al bunker. Tre dischi all’attivo, due Jova Beach Party, testi scritti per I Santi Francesi, per i giovani talenti di X Factor ma anche per lo Zecchino d’Oro. "Sono arrivati con costanza e sacrificio in gara - aggiunge Paola Tronci, mamma di Faster - Se lo meritano e comunque andrà, per noi hanno già vinto". Le emozioni sono contrastanti, il destino ha voluto che i Bnkr44 debuttassero all’Ariston proprio la notte dell’anniversario della morte di Giovanni, il fratellino di Andrea Locci. Giovi è stato la più giovane delle vittime di meningite C nell’Empolese nel 2015. Era il 7 febbraio di 9 anni fa. "Una data scolpita nel cuore, che non si potrà dimenticare mai".