Empoli, 12 giugno 2018 - PERITI, tecnici e meccanici. Se poi si passa agli ingegneri, è pure peggio. E non chiedete la conoscenza di una lingua straniera, perché si entra in un territorio quasi sconosciuto. Se siete un imprenditore e avete avviato una ricerca di personale, i problemi di cui sopra sono spesso all’ordine del giorno. Trovare figure professionali di quel tipo, sul territorio, è diventato ormai un miraggio, specialmente se il candidato deve essere giovane. E se per caso alla fine spunta il curriculum giusto, ecco le classiche domande: «Quanto è la paga?».
E ANCORA: «Ma come, si lavora anche il fine settimana?». Salvo arrivare alla stessa, identica conclusione: «Grazie, non fa per me». In un momento in cui si parla di lavoro precario, di centri per l’impiego che non funzionano e di una disoccupazione giovanile dilagante, il grido di allarme delle aziende investe anche il nostro territorio e stride nettamente con la percezione di un mondo in cui sbarcare il lunario diventa quasi impossibile. Tra le ditte presenti domani e giovedì all’iniziativa di Imprese al Centro c’è anche l’Irplast, una delle tante alle prese con problemi di ricerca del personale. Il suo grido d’allarme è un qualcosa che fa davvero strabuzzare gli occhi. «Siamo qui perché crediamo molto in questa iniziativa – dice Claudia Fabiani, responsabile delle risorse umane – e perché anche noi, come altri, abbiamo posizioni sempre aperte. Tecnici, periti e meccanici rappresentano un miraggio, per non parlare di ingegneri qualificati. E anche nei reparti produttivi, quando troviamo il candidato giusto, ci scontriamo con la scarsa volontà di effettuare i turni e difficilmente il colloquio va a buon fine. I motivi? Credo che c’entrino qualcosa anche le famiglie, di sicuro notiamo nei giovani una scarsissima flessibilità».
UN ALTRO problema rappresenta la scarsa conoscenza delle lingue straniere. «Anche noi – prosegue Fabiani – incontriamo spesso delle difficoltà nel reperire personale di questo tipo». Irplast, sul territorio e non solo, rappresenta un gigante dei nastri adesivi e degli imballaggi. «Negli ultimi anni abbiamo investito molto nel potenziamento degli impianti. Questo è stato necessario per aumentare la capacità produttiva ed evitare sovraccarichi: siamo cresciuti come industria e come organico, che adesso è più performante e qualificato. Dal 2015 abbiamo assunto 23 persone a tempo indeterminato, 43 per l’apprendistato professionalizzante e 60 a tempo determinato, oltre ad aver attivato vari stage e tirocini curriculari. Eppure – conclude Fabiani – siamo sempre in cerca di figure che molto spesso fatichiamo a trovare e come noi ci sono anche altre aziende in altri settori».