Editoriale

Basta parole, serve una svolta radicale

Una cava (foto Borghesi di repertorio)

Una cava (foto Borghesi di repertorio)

Firenze, 14 maggio 2023 - Cordoglio, sgomento. Dichiarazioni delle istituzioni e dei politici (della serie "è accaduto di nuovo, non deve accadere mai più, ora basta"), comunicati dei sindacati e annuncio di sciopero. Niente di nuovo, purtroppo. Lo scenario del dopo è sempre lo stesso. Resta un altro morto sul lavoro e una famiglia orfana. Si allunga l’elenco di lutti. Non cambia lo scenario del prima perché l’insicurezza del lavoro è sempre presente, sempre in agguato anche nella Toscana dei diritti dove gli appalti al massimo ribasso ci sono sempre e i subappalti non passano mai di moda.

Chi va a lavorare nel manifatturiero e nella meccanica specialmente, rischia di non tornare a casa: ci rendiamo conto della gravità dello scenario che hanno di fronte gli operai che ogni giorno si mettono le tute? E se troppo spesso si piange chi non c’è più, tante volte i lavoratori si feriscono e portano con loro, sulla loro pelle, i segni che gli lasciano le macchine o i comportamenti irregolari durante la filiera di produzione. Ci aspettiamo, se non vogliamo che lo scenario del dopo sia sempre la solita scontata ritualità, svolte concrete, cambiamenti radicali. Tutti sono chiamati in causa, nessuno escluso, senza bandiere politiche da difendere: governo Meloni e ministra Calderone, parlamentari e partiti (chi ne fa davvero una battaglia fondamentale?), Regione Toscana (governatore Giani e assessora Nardini), associazioni imprenditoriali (ieri Confindustria ha detto "E’ una sconfitta per tutti"), sindacati chiamati ad incidere di più, sindaci e Anci, Ispettorato nazionale del lavoro, procure.

Gli interventi sono noti a tutti, come sappiamo: soprattutto nel breve termine norme più severe per le imprese fuorilegge e più ispettori del lavoro che controllano sognando il radicamento di una cultura della sicurezza e della prevenzione. La strage va fermata. Pensiamoci sempre. Altrimenti il prossimo incidente mortale sul lavoro è dietro l’angolo.