Terroristi delle fiamme

L'editoriale del direttore

Francesco Carrassi

Francesco Carrassi

Firenze, 23 luglio 2017 - Non bisogna piegarsi alla sfida criminale dei piromani. Può sembrare una lotta impari, ma fermezza e legalità devono vincere la strategia del fuoco che sta devastando mezza Italia, con le nostre Toscana e Liguria devastate. Contro i terroristi delle fiamme però dobbiamo mettere in campo uno sforzo straordinario come le situazioni eccezionali e d’emergenza impongono. Non possiamo solo affidarci all’eroismo quotidiano dei nostri vigili del fuoco: ammirevoli, esemplari nel sacrificio per strappare un lembo di terra alla distruzione. E’ ormai chiaro: ogni estate, e nel 2017 ancora di più, si registrano roghi che distruggono migliaia e migliaia di ettari del nostro bene più prezioso: l’ambiente. I terroristi non sono armati con le P38, ma spargono inneschi nelle nostre pinete. Personaggi ignobili, i piromani, che troppe volte restano impuniti. Solitari e seriali, godono nel vedere scaternarsi allarme e mobilitazione, distruzione e rabbia.

Troppi gli episodi al centro dei quali ci sono figure ignobili. Malati o no, a questo punto non ci interessa. Basta con questi criminali. A maggior ragione se i piromani sono il braccio armato di organizzazioni che puntano alla distruzione per ricattare. L’indignazione collettiva è altissima, urgono pene più severe, anzi severissime. I piromani non possono cavarsela con pochi mesi di carcere. Le condanne non dovrebbero essere inferiori ai 10 anni.

I danni provocati dal fuoco doloso sono enormi: per ascoltare di nuovo il respiro di un bosco dato alle fiamme bisogna aspettare decine di anni. Bene la prima risposta del governo: si vuole intervenire sull’articolo 423 bis del Codice penale con sanzioni accessorie alle pene esistenti. Giusto anche introdurre la confisca dei beni. Ora la misura è colma. Pene severe, ho detto, per esecutori e mandanti. Ma non basta. Sia chiaro, norme alla mano, che dove si é bruciato non si potrà mai costruire. E ancora: rispondere all’emergenza con misure eccezionali. Prima di tutto occorrono mezzi adeguati e personale ad hoc, lo chiede anche la Protezione Civile.

Lo Stato investa in elicotteri e Canadair, dia supporto adeguato ai vigili del fuoco con risorse e uomini. E poi il presidio del territorio. E’ uno scenario che assomiglia tanto a quello della sicurezza nelle nostre città. Il sindaco di Grosseto ha invocato l’utilizzo dei militari, ha chiesto di svuotare le caserme per controllare più territorio possibile. Così come il governatore della Toscana ha decretato lo stato di emergenza regionale e assicurato un presidio 24 ore su 24 su tutto il territorio toscano. La strategia del fuoco si può battere, ma occorre dare subito segnali precisi e fermi. Contro i terroristi delle fiamme.