Il green pass e la riscoperta della libertà

Covid, non dimentichiamo il passato

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 19 settembre 2021 - A quanti, negli ultimi giorni, mi hanno chiesto se fossi favorevole al provvedimento del super green pass obbligatorio, la mia risposta a caldo è stata: assolutamente sì, favorevole. E, prendendomi il tempo necessario alla riflessione, la convinzione che supporta quella risposta sta in un numero che non ho smesso di ricordare: è il numero dei morti della pandemia. Ed è impressionante: 130mila uomini e donne, uccisi nella solitudine delle corsie d’ospedale blindate, assistiti da medici e infermieri che hanno a loro volta rischiato la vita, ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese.

Non basta. C’è un altro numero che mi fa rispondere convintamente sì: è quello degli oltre 4 milioni di contagiati, uomini e donne, vecchi e giovani. Qualcuno di loro in modo gravissimo, qualcuno di loro con conseguenze che perdurano nel fisico e nel morale. E ancora: dico convintamente sì al green pass obbligatorio pensando a tutti coloro che per mesi hanno dovuto tenere chiuse le proprie attività, e ai tanti che non le hanno potute più riaprire, travolti da una crisi senza precedenti. A quelli che hanno perso il lavoro, e che ancora non riescono a ritrovarlo. Ai ragazzi che hanno smesso di andare a scuola e hanno scoperto cosa significhi crescere e imparare dietro uno schermo, senza il contatto umano che fa diventare forti e grandi. Agli anziani che sono rimasti chiusi come carcerati nelle rsa, consumandosi per mesi e mesi e mesi, senza poter vedere un volto caro, senza poter accarezzare una mano amica.

Dico sì al green pass obbligatorio pensando allo smarrimento della solitudine che ci ha costretti nelle nostre case per un inverno troppo lungo. Senza musei, senza cinema, senza teatri, senza concerti, senza poesia, senza ristoranti, senza quelle piccole emozioni dei sensi che davamo per scontate, un tempo, e che ci sono state sottratte così brutalmente. Non vi erano mancate? A me, tantissimo. Dico sì al green pass obbligatorio anche perché vedo e sento che il dibattito andato in scena in questi giorni ha perso di vista l’essenziale, ingabbiandosi tra disquisizioni mistiche sulla libertà personale, scomodando la Costituzione – che autorevolissimi costituzionalisti ci hanno assicurato non essere stata violata – e perfino Dante (ricordate la polemica del professor Alessandro Barbero che voleva mettere i politici pro green pass nel girone infernale degli ipocriti?).

L’essenziale, a proposito di sacrosanta libertà, è che noi quella libertà l’avevamo davvero persa. Ma non per colpa del green pass, bensì per colpa del virus. Che ci ha tolto ogni bellezza della vita in tempo di pace. L’essenziale è che non possiamo permetterci di perderla ancora, quella bellezza. E di tornare così alle morti, alla paura e alla solitudine che ci stiamo lasciando alle spalle. L’essenziale è che per ripartire non possiamo, non dobbiamo dimenticare ciò che è stato.