La nuova giacca del gregario diventato leader

Giani, fenomenologia di una vittoria. L'editoriale della direttrice Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 27 settembre 2020 - Il Giani è il Giani: quante volte lo ha ripetuto negli ultimi giorni? Parlando di sé in terza persona gaudiosa e gaudente, davanti alle telecamere di tutta Italia e mezza Europa, ai sagrati delle chiese, nelle stanze dei sindaci, nelle amate piazze di borghi e città più o meno grandi e già rivisitate in modalità-trottola-inesausta per stringere mani, elargire sorrisi e ringraziamenti non più da candidato: stavolta, da trionfatore. Il Giani era il Giani prima del voto di domenica e lunedì scorsi, nelle afose e difficili settimane in cui pareva diventato il potenziale clamoroso sconfitto di una tornata elettorale che per la Toscana sarebbe stata storica: l’incarnazione del fallimento rosso nella sua terra promessa.

Lo è anche oggi, mentre gli eventi lo hanno incoronato vincitore fra i vincitori, l’uomo che la terra promessa non solo l’ha tenuta, l’ha addirittura riconquistata, stando almeno alle narrazioni politiche e mediatiche, sempre suffragate da autorevoli sondaggi poi ribaltati, che si erano fatte per tutta l’estate e fino alla vigilia dell’urna.

L’uomo che ora può fare autoironia gagliarda sul suo tanto criticato parlare sempre un po’ fuori contesto tra digressioni storiche e aneddoti personali («io sono così e piaccio così, questo è il Giani»), sul suo mangiare tartine perché non fa più «sempliciotto» ma diventa «lungimirante strategia elettorale». L’uomo che può permettersi di ringraziare Matteo Renzi, e cioè (l’ex) giovanotto che lo aveva sempre portato un po’ per il naso, prendendosi sotto sotto gioco dei suoi capelli bianchi e delle sue giacche stazzonate, guardandolo finalmente col distacco paternalistico del politico nobile sul capitano di ventura: «Sì, è stato leale, grazie Matteo, ma vi ricordo che Giani ha vinto grazie a Giani».

Come si dice, l’elettore ha sempre ragione: il Giani è il Giani. Rottamatore dei rottamatori. Renzi e Giani, che parabola: la gloria del resto è così, passa con la rapidità con cui arriva. E per Giani è arrivata nel giro di un pomeriggio e di una notte, il tempo di contare le schede elettorali, trascinandosi dietro una serie di effetti domino che sono andati a ridisegnare la politica nazionale dei prossimi mesi: il trionfo di Zingaretti, la sterilizzazione delle mire romane di Bonaccini & Co., il rafforzamento del Pd nel governo, la crisi di leadership di Salvini nella Lega e in tutto il centrodestra, le insofferenze di Forza Italia e della Meloni, le ambasce dei 5 Stelle.

E adesso? Il Giani è sempre stato il Giani, è tutto il resto a essere cambiato, e tocca a lui farne tesoro. Da gregario della politica è diventato governatore della Toscana, e solo una cosa deve dimostrare: saper vestire bene questa giacca.