La nuova sfida: il rispetto dei nostri limiti

L’Expo, il Covid, la ripartenza

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 10 ottobre 2021 - Quali saranno, come saranno la Firenze, la Toscana, l’Italia, il mondo intero che erediteremo dopo la pandemia? Da cosa saremo accomunati? Da quale nuova consapevolezza saremo attraversati? La risposta più vera che mi viene in mente è una sola, ed è questa: il senso del limite. Ecco la grande, drammatica, importante verità che ci consegna il Covid: l’umanità moderna ha dei limiti, che possono imprigionarci mutando il verso degli eventi, della storia, dei progressi e dei progetti in meno di ventiquattro ore. Globalmente. Proprio com’è accaduto con il virus.

Ho pensato a tutto questo perché ieri sono sbarcata a Dubai insieme alla delegazione fiorentina (istituzioni, cultura, imprese) che oggi presenterà la sua eccellenza artigiana, economica, artistica nella straordinaria vetrina del Padiglione Italia. Arrivando in questa terra delle meraviglie strappata al deserto metro dopo metro - grattacieli immensi in equilibrio sulla sabbia - mi sono chiesta quale fosse oggi, nel nostro nuovo mondo posto di fronte alla vertigine del limite, il senso dell’Esposizione universale.

E se ancora lo avesse davvero, un senso. Ha davvero senso essere qui, oggi, a 170 anni dalla prima Esposizione (Londra, 1851)? È superfluo? È inutile? Ha senso investire soldi, energie, passioni, tempo, fatica per essere qui? Rispondo raccontandovi quello che ho visto: ho visto una Firenze e una Italia molto consapevoli dei propri limiti. Molto consce che il presente è accidentato e incerto. Che le difficoltà e le sfide sono enormi, che molto di quello che c’era prima del Covid è già stato spazzato via, e che non tutto quello che ha resistito riuscirà a sopravvivere nei prossimi anni.

Ma la consapevolezza del limite ha generato qualcosa, vi assicuro, che mancava da tempo, e che è la speranza. Non mi era mai capitato di percepire tanta speranza, tanta voglia di fare, tanta consapevolezza dell’importanza di esserci, oggi qui a Expo, per affermare di essere vivi, pronti a ricominciare. Le sfide che Firenze e l’Italia portano a Expo hanno un orizzonte nuovo e più che mai urgente: il rispetto dei nostri limiti. Ecco a cosa ci chiama il futuro, quale lezione Expo ci lascia.

Considerare i limiti immaginando economie sostenibili, imprese rispettose dell’ambiente, e del lavoro e dei lavoratori, eccellenze che riscoprono il loro potenziale senza le distorsioni che hanno prodotto diseguaglianze e sfruttamento. È il rispetto del limite la nuova sfida del mondo dopo il Covid: il limite come opportunità. E per questo Expo, nato 170 anni fa per mostrare come le superpotenze di allora riuscissero a superare i limiti, oggi ha un aspetto nuovo e più vero. Più umano.Esserci significa la cosa più importante: partecipare a un nuovo progetto di mondo. In cui anche Firenze e la Toscana e l’Italia possono fare la loro parte, da protagoniste.