Firenze, 26 novembre 2023 – Sarebbe davvero sbagliato se il disastro del 2 novembre finisse nel teatrino delle polemiche politiche, già andato in scena in Emilia Romagna, riguardo chi debba essere il commissario della ricostruzione. Non ne abbiamo bisogno, le necessità sono altre, destiniamo energie e attenzione ai veri problemi visto che ce ne sono, eccome. Nella regione colpita dalle alluvioni di maggio scorso, settimane e settimane sono state scenario del dilemma Bonaccini sì o no. Il governo ha scelto di affidarsi al generale Figliuolo tagliando fuori il presidente regionale. Le prospettive sono simili in Toscana. Prima la Lega poi gli altri partiti del centrodestra, ma anche il Movimento 5 Stelle, hanno alzato il muro: no Giani commissario per la ricostruzione. Il presidente toscano lo vorrebbe fare, vorrebbe trasformarsi da commissario per l’emergenza a quello che rimette in sesto i territori. Non c’è dubbio. Ma strategicamente e da uomo politico navigato ha scelto un’altra strada: “Non mi interessa che sia io o il generale Figliuolo. L’importante sono i risultati. L’importante è garantire velocità, risorse per i ristori, presenza sul territorio”. Ha fatto bene a dire così. Il governo sceglierà la strada emiliana-romagnola pensando alle stellette al merito che Giani si potrebbe appuntare sul petto (nel 2025 si vota in Toscana...) o cambierà rotta optando per chi conosce il territorio? Probabilmente ci sarà un Figliuolo bis.
Prima che la partita sul commissario per la ricostruzione entri nel vivo, si confida che le promesse siano mantenute per le province colpite dall’emergenza maltempo. Imprese e cittadini aspettano fatti concreti, la rabbia è altissima. Giani ha annunciato che domani porta in giunta regionale i provvedimenti per 25 milioni toscani da mettere subito a disposizione: sarà tutto nero su bianco nel bilancio. Il governo non vuol perdere tempo dopo i ritardi in Emilia Romagna: la premier Meloni segue passo passo il piano aiuti per la Toscana. Benissimo. Se tutti insieme pensiamo alle necessità collettive senza bandierine da piantare, ci guadagna anche la politica sinonimo di gestione per il bene comune e non di gestione di potere.