Morti sul lavoro, l'appello della mamma di Luana: "Fate più controlli. E' come una guerra"

E il fidanzato della giovane morta il 3 maggio dello scorso anno in fabbrica a Pistoia: "C''è poco da festeggiare il 1 maggio"

Luana D'Orazio

Luana D'Orazio

Carmignano (Prato), 2 maggio 2022 – “Senza i lavoratori non esisterebbe nulla nel mondo. Oggi dovrebbe essere una festa ma non lo è perché in Italia si muore di lavoro, è come una guerra”: queste le prime parole di Emma Marrazzo, la mamma di Luana D'Orazio, l'operaia di 21 anni morta il 3 maggio 2021, stritolata da un orditoio a Montemurlo.

La mamma e il fidanzato di Luana, Alberto Orlandi, sono stati invitati al dibattito su “sicurezza e delocalizzazione”, organizzato  alla Pista Rossa a Seano. Dopo due anni di stop è tornato l'appuntamento del 1° Maggio “Scompiglio” organizzato dal Comune di Carmignano, dalle associazioni e dalle sigle sindacali. Sono intervenuti anche Fabio Ammavuta della Fiom Cgil e Enrico Cavaciocchi dell'Arci Prato.

La mamma di Luana

Emma Marrazzo ha rivolto un accorato appello alle istituzioni: “Spero possiate fare qualcosa in più, ulteriori controlli. Per me è stato un anno duro, devo convivere con questo dolore e ancora vedo morire gente sul lavoro”.

Il fidanzato

Alberto Orlandi si è soffermato su quello che è accaduto nell'azienda tessile un anno fa e sui numeri di questo fenomeno: “Luana è stata la 185esima vittima il 3 maggio di un anno fa e in tutto il 2021 sono morte 1404 persone sul lavoro quindi c'è poco da festeggiare il 1 maggio. Ringrazio il Comune di Carmignano per questa opportunità e per la vicinanza. Una sola vita salvata può vuol dire tanto anche per chi rimane”.

L'assessore alle politiche giovanili Jacopo Palloni e il sindaco Edoardo Prestanti hanno rimarcato l'importanza per le aziende di rispettare quello che la legge chiede in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro ma – hanno detto chiaramente - “dobbiamo chiedere al Governo di incrementare gli ispettori e quindi i controlli e avere la certezza della pena”. In particolare Prestanti ha fatto un richiamo: “Anche nel caso di Luana D'Orazio mi sarei aspettato una ferma condanna dal mondo imprenditoriale per chi non rispetta le regole perché il rischio è che quest'incubo si ripeta. Ma così non è stato...”.

M. Serena Quercioli