Toscana, altri cinque milioni per i vitalizi. Assegno agli ex consiglieri dopo i 60 anni

Una legge del 2015 ha cancellato nuovi emolumenti, ma sono oltre 170 i beneficiari rimasti nel bilancio della Regione

Una riunione del Consiglio regionale toscano

Una riunione del Consiglio regionale toscano

Firenze, 31 marzo 2022 - ​ La Regione Toscana eroga cinque milioni e 229mila euro all’anno (così nel 2021) per emolumenti lordi complessivi ai beneficiari di assegno vitalizio (a seguito di rideterminazione degli assegni vitalizi secondo il metodo di calcolo contributivo e abrogazione del divieto di cumulo con decorrenza gennaio 2019). La normativa regionale toscana per volontà dell’allora governatore Enrico Rossi ha cancellato i nuovi vitalizi con una legge entrata in vigore nel 2015, dopo che era stata approvata nel 2013. "Ritengo sia giusto eliminare tutti i privilegi mantenendo per consiglieri regionali e assessori regionali il diritto ad una pensione dignitosa" aveva detto Rossi portando avanti la sua battaglia. Chi aveva diritto prima dell’entrata in vigore della nuova norma continua a percepire il contributo mensile dalla Regione Toscana così come i familiari in caso di decesso. Sono 135 gli ex consiglieri regionali che percepiscono l’assegno e 44 i familiari che ne hanno diritto. I parametri di calcolo del vitalizio sono commisurati agli anni di mandato svolti e gli incarichi avuti. L’assegno è scattato per i beneficiari al compimento del 60esimo anno di età.

Nell’elenco toscano degli emolumenti, in termini lordi, troviamo nomi famosi, politici e professionisti che hanno investito tempo e forze nelle istituzioni pubbliche rappresentative; troviamo una passerella da Prima Repubblica, nomi che talvolta incidono nel dibattito toscano e non solo.

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In testa alla classifica c’è Stefano Passigli, professore universitario, editore, parlamentare e appunto a lungo consigliere regionale (quattro mandati). Per lui l’assegno lordo mensile si attesta sui 5200 euro, 4900 euro al mese per l’ex presidente toscano Vannino Chiti come per Tito Barbini, in libreria in questi giorni con nuovi libri, e come per Angelo Passaleva già presidente del consiglio regionale, Fabrizio Geloni riceve un assegno da 4700 euro mentre gli altri due ex presidenti, Enrico Rossi e Claudio Martini hanno un’entrata mensile da 2900 euro. Stessa cifra per l’attuale leader toscano di ’Azione’ e sindaco in Garfagnana Marco Remaschi, ex assessore toscano. Tra i nomi da Prima Repubblica ecco spuntare Paolo Benesperi (4.400 euro al mese), idem per Riccardo Migliori, simbolo della destra toscana.

Un simbolo prima comunista e poi democratico come Michele Ventura riceve un assegno da 3700 euro mentre l’ex centrista cattolico Marco Carraresi, tornato poi alla sua attività di docente, prende un vitalizio da 4100 euro. Dall’aprile scorso, compiuti i 60 anni, è entrato tra i beneficiari anche Paolo Marcheschi, ex consigliere di Forza Italia e poi di Fratelli d’Italia, che ha un accredito mensile da 2.900 euro.

«Il mandato da consigliere regionale o da assessore per non parlare poi delle cariche più alte come presidente della giunta o del consiglio regionale, è di fatto svolto a tempo pieno", spiega Carlo Gattai, ex consigliere e assessore regionale (2.400 euro lordi al mese dopo una legislatura svolta dal 1990). "Chi si mette a disposizione di enti legislativi come la Regione e il Parlamento deve essere ricompensato per il lavoro fatto e il tempo messo a disposizione della cosa pubblica. Io non ho mai trovato scandalosi i compensi di regioni virtuose e attente come la Toscana, l’Umbria e l’Emilia Romagna, giusta è stata poi l’equiparazione tra tutte le regioni per evitare sprechi e super emolumenti come in alcune regioni del sud".

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