Viareggio 1969, l'omicidio di Ermanno Lavorini su Rai Tre

Andrà in onda il 20 gennaio in una prima serata firmata Rai Documentari. Quello di Lavorini è stato il primo caso di rapimento di un minore in Italia

Ermanno Lavorini

Ermanno Lavorini

Viareggio (Lucca), 16 gennaio 2023 – Quello di Ermanno Lavorini è stato il primo caso di rapimento di un minore in Italia, che ha tenuto il Paese col fiato sospeso. “Viareggio 1969” racconta quella vicenda, che è stata un passaggio epocale per Viareggio e per l’Italia intera, ma soprattutto, il primo esempio contemporaneo di distorsione della realtà attraverso i media.

Coprodotto da Mario Rossini per Red Film con Rai Documentari e Luce Cinecittà e il contributo di Rai Teche, “Viareggio 1969” è scritto da Giovanni Filippetto, Maura Nuccetelli, Leonardo Araneo per la regia di Claudio Pisano e sarà trasmesso in una prima serata firmata Rai Documentari il 20 gennaio alle 21 e 25 su Rai 3 e successivamente disponibile su Rai Play. Era il 31 gennaio del 1969 quando a Viareggio sparì un bambino di dodici anni, Ermanno Lavorini. La sera stessa la famiglia ricevette la richiesta di un riscatto. Circa un mese dopo, il cadavere di Ermanno venne ritrovato sulla spiaggia di Marina di Vecchiano. Le indagini dei carabinieri si concentrarono su un'unica pista, quella della Pineta di Viareggio, frequentata dai bambini di giorno e caratterizzata da un giro di prostituzione, per lo più maschile, di notte.

I giornali e le televisioni fecero propria questa ricostruzione e la caccia al mostro tenne banco sulle testate nazionali e locali per mesi. Viareggio, quella della Bussola, solare, carnevalesca, diventò una città in preda alla tensione, al sospetto, dove chiunque era un possibile indiziato. Fu il giornalista Marco Nozza il primo a capire che la pista omosessuale della pineta era solo un modo per sviare le indagini da un’altra versione dei fatti che stentava però ad essere accertata dalle indagini a causa dei depistaggi. Una parte di verità impiegherà molto tempo e diversi gradi di giudizio per emergere, come traspare dalle testimonianze tra gli altri, di Flaminia Bolzan, psicologa e criminologa, Iva Zanicchi, Walter Veltroni e dei giornalisti Roberto Bernabò, Adolfo Lippi, Giovanni Lorenzini e Giuseppe Meucci. Sul caso restano però innumerevoli zone d’ombra su cui, a distanza di oltre cinquant’anni, non è ancora possibile fare luce. Ciò che si può dire con certezza è che fu la prima volta che in Italia i media si accanirono su un caso di cronaca nera, amplificandone il clamore e dandolo in pasto all’opinione pubblica.