"Spazi per artigiani e addio alla paccottiglia Entro il 2024 il centro storico rinascerà"

Affitti calmierati per far tornare il la voro dei fiorentini, un piano per nuovi banchi e niente più licenze di somministrazione Parla l’assessore al commercio Gianassi: "Serve uno sforzo collettivo, ma da qui alla fine del mandato riporteremo decoro e bellezza"

Turisti

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FIRENZE, 3 giugno 2021 -  Il centro storico ha riaperto la porta ma il vestito è più che mai stropicciato e pacchiano. In una macedonia di borse tarocche, bistecche in mostra, portachiavi di Pinocchio, salame piccante, e salsa ai funghi Firenze si aggrappa all’usato garantito per cercare di far cassa. Le egittimo e auspicabile ma ancora una volta, più di prima, si palesa quella perdita d’identità che si è cristallizzata con i processi di sottrazione dei fiorentini legati ai servizi spostati in periferia prima e con la rendita più famelica poi. "Cambieremo, il processo per restituire decoro al centro è già iniziato" assicura l’assessore al commercio Federico Gianassi.

Assessore, il centro pieno di paccottiglia non ci piace

"Stiamo lavorando a un progetto per un futuro di decoro e bellezza. Ora però teniamo anche presente che i commercianti vengono da 15 mesi di crisi.  

Certo, per carità. Però non si può intanto iniziare a far togliere almeno dai marciapiedi le mascherine di Venezia e le parti intime del David?

"Il Comune ci sta lavorando. Si è già insediata una commissione per la revisione del commercio su suolo pubblico".  

A cosa serve?

"A progettare un nuovo profilo architettonico di tutti i banchi e a dare nuove direttive sui prodotti che si possono vendere. Dovranno essere rigorosamente fatti a Firenze o in Italia".  

Quanto tempo ci vorrà?

"Tre anni per andare a regime".  

L’artigianato sta morendo

"Con il sindaco Nardella sono state individuate tre aree, parte di via Cavour, via Palazzuolo e San Lorenzo che hanno esigenze di riqualificazione. Qui il Comune acquisterà dei fondi privati sfitti per darli poi a prezzo calmierato ai giovani artigiani".  

Entro quando?

"Un anno e mezzo tra allocazione risorse, bandi e inserimento delle attività".  

Anni fa Renzi disse che troppi bar in centro hanno pizze di plastica e gelati di colori ambigui. Oggi va anche peggio.

"Non c’è un progetto per la filiera cibo ma raccolgo la sfida".  

Una promessa?

"Sì, dobbiamo capire con quali strumenti intervenire. Per ora però vorrei ricordare che abbiamo rinnovato il regolamento Unesco per altri tre anni con il divieto di aperture di nuovi locali di somministrazione".  

Anche perché più di così... Sono 1200, il quadruplo di 15 anni fa

"L’effetto del blocco sta già dando i primi effetti".  

Quindi fino al 2023 non vedremo nuove pizzerie a taglio?

"No, si potranno solo trasferire le licenze da una strada all’altra, non darne di nuove".  

Le associazioni di categoria sono con voi nel piano di rinascita, ma ieri il presidente di Confesercenti Bianchi ha parlato di almeno 8 anni per vedere una trasformazione vera.

"Confesercenti ha ragione, non sono cose che si realizzano dall’oggi al domani. Ma noi vogliamo provare a creare almeno le assi portanti entro fine mandato, nel 2024".