Firenze, la trattoria La Casalinga festeggia i 60 anni con un rinfresco gratis per tutti

Il 5 febbraio dalle ore 12 alle 16 rinfresco con vino e piatti della tradizione, ribollita e peposo. Il ricavato andrà al Meyer. Andrea Bartarelli: “Il vero dramma è trovare personale”

La trattoria La Casalinga

La trattoria La Casalinga

Firenze, 1 febbraio 2023 – La Trattoria La Casalinga compie 60 anni. Un traguardo importante per un locale che è un baluardo dei sapori della tradizione. Un posto ideale e d'eccellenza dove deliziare il palato e gustare i piatti della fiorentinità più autentica. Il compleanno sarà festeggiato domenica 5 febbraio dalle ore 12 alle 16 con un rinfresco gratis per tutti. E il ricavato solidale andrà al Meyer. La Casalinga, in via dei Michelozzi, 9/R, è una vera e propria perla, tra i pochi che continua ad avere una gestione familiare diretta dell’attività nel quartiere di Santo Spirito. Uno degli ultimi presidi fiorentini dove ancora oggi, a pranzo, si può trovare seduti i marchesi Frescobaldi accanto al tavolo di operai in pausa lavoro accanto a quello di turisti giapponesi. Era il 1963 quando Nello Bartarelli e Oliviero Carrai, uno padre di Ferruccio, l’altro di Graziella e Paolo, presero la grande decisione: lasciare il lavoro di mezzadri per scendere giù in città, portandosi dietro solo pochi carabattoli. Quella di abbandonare i bei colli del Chianti Classico non fu una mossa indolore, ma la voglia di offrire un futuro più sicuro ai propri discendenti li rendeva determinati. E poi avevano già chiaro cosa volevano fare: aprire una piccola trattoria, per mostrare ai cittadini come si mangia nel rispetto delle materie prime di qualità e secondo tradizione. Così facendo, pur lasciando la campagna, se la portavano ancora dentro. Dalla campagna portarono con sé la genuinità dei sapori, la semplicità delle ricette, le sostanziose pietanze che “aiutano la bocca a portare le gambe” come diceva, a ragione, Nello. All’apertura la trattoria consisteva in una cucina e una saletta – quella che oggi è la saletta d’ingresso, con il rivestimento di legno sulle mura. La porta stava praticamente sempre spalancata, per creare un filo diretto con la strada, col quartiere, fare due chiacchiere con gli artigiani e i passanti. Due decenni più tardi, fra il 1985 e il 1986, Oliviero, Nello e le rispettive famiglie, ritenendosi soddisfatti di come andava l’attività, decisero “di allargarsi”: vennero aggiunte altre sale, ristrutturato il tutto e, soprattutto, arrivarono i primi dipendenti. Nel 2013, per marcare il 50esimo anniversario dell’attività, si decise di “tirare tutto a lustro”: potenziamento del servizio, aggiunta di nuove sale, aria condizionata e altri comfort. E ora si arriva a un altro traguardo. Andrea Bartarelli, come festeggerete i 60 anni? “Tengo a sottolineare che il 5 febbraio festeggiamo i 60 anni di attività ma soprattutto i 60 anni di lavoro di mio padre, mia madre e mio zio all’interno del ristorante. Mia mamma ha 79 anni e ancora tiene banco in cucina. Io e mio sorella siamo la seconda generazione, e ci piaceva sottolineare questo aspetto: che a portare avanti l’attività è la famiglia”. Com’è cambiata La casalinga in questi sei decenni? “È nata come una piccola trattoria aperta da mio nonno che faceva il mezzadro a Greve in Chianti, ma si è ampliata sempre rimanendo fedele alle proprie radici. Ora abbiamo 18 dipendenti e da quel piccolo nucleo dal quale era partito mio nonno, siamo cresciuti, ma sempre con uno sguardo al passato e alla tradizione più autentica: che vuoi dire privilegiare prodotti di stagione, con pochi fronzoli e tanta sostanza. Mio nonno diceva “la bocca porta le gambe”, cioè bisogna nutrirsi bene per poter lavorare”. Sarà un rifresco ben augurante ma anche solidale “Esatto, faremo un rinfresco aperto a tutti dalle ore 12 alle 16 con del buon vino e qualcosa da mangiare nel solco della tradizione, con ribollita e peposo. Abbiamo scelto la domenica perché è il nostro giorno di riposo. Per l’occasione, visto che sarà un rinfresco offerto a tutti, abbiamo deciso di richiedere un contributo per la Fondazione Meyer. Chi vorrà farlo, potrà dunque lasciare qualcosa nell’apposita scatola del Meyer che metteremo all’ingresso, e a fine iniziativa devolveremo tutto alla Fondazione. Alla festa ci saremo tutti: mio zio Paolo Carrai, Ferruccio Bartarelli mio padre, Graziella Carrai mia madre, Cristina Bartarelli mia sorella e io, Andrea Bartarelli”. Progetti futuri? “Il nostro auspicio è di continuare così, sarebbe già un bel traguardo. Tra mille difficoltà non è più un quartiere di una volta, il San Frediano a cui eravamo abituati”. Com’è stato potare avanti l’attività durante il momento difficile del Covid? “Sotto impulso della mamma, che non ce la faceva più a stare a casa senza fare nulla, abbiamo iniziato a fare asporto e consegne a domicilio, e devo dire che è stata davvero una sorpresa vedere quante persone ci hanno supportato. Abbiamo avuto così tanto successo che ancora oggi molte persone vengono a prendere i sughi della mamma”. Quanto al personale? “Il nostro grande problema è proprio questo: trovare il personale. Pensi che la mamma rimane a casa un solo giorno a settimana, e ha 79 anni. Si può trovare magari lo studente disponibile per poche sere, ma non si trova più nessuno deciso a fare la professione. Il nostro è un lavoro che impegna molto, e la difficoltà a trovare personale è davvero un dramma”. Maurizio Costanzo