Toscana, le zone rosse locali funzionano. I contagi non corrono più: raggiunto il picco

La curva si appiattisce. Ospedali sempre sotto pressione: stop agli interventi chirurgici programmati. Firenze osservata speciale

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Firenze, 15 marzo 2021 -  Si raffredda la curva del contagio. La Toscana potrebbe aver raggiunto il picco o esserci molto vicina. Almeno così dicono i dati dei nuovi positivi registrati nella settimana che si è chiusa ieri (8-14 marzo): 8.531 contro 8.216 della settimana precedente, con una differenza di 315 contagi, un incremento del 3,8% e un coefficiente di crescita di 1,03. Numeri che confermano uno stop della crescita: descrivono che la curva epidemiologica si appiattisce. La Toscana è su un plateau, l’altopiano di cui parlano gli esperti si riferisce allo schiacciamento della curva dopo l’impennata. Si tratta di una fase comune a tutte le epidemie durante la quale è necessario mantenere le misure restrittive previste per arrivare quanto prima alla discesa. Un plateau confermato dai dati dei contagi quotidiani, una media di 1.300, a eccezione di lunedì 8 marzo e di martedì 9, con 1.000 e 1.001 nuovi positivi ma con meno tamponi effettuati.  

«Si spera di aver raggiunto un nuovo plateau, osserviamo se la diminuzione registrata a Pistoia (-16%) e Siena (-17%) e il rallentamento atteso nelle prossime settimane per Prato (ora a +16%) e Arezzo non sia superato dalla crescita in altre province", spiega il governatore toscano Eugenio Giani. Le zone rosse chirurgiche sembrano funzionare. Anche se nella settimana scorsa gli aumenti si sono concentrati a Grosseto (+40%), Pisa (+29%) e Livorno (+13%). Su Firenze (sostanzialmente stazionaria con un +6%) è puntata l’attenzione degli esperti. Se parte l’onda di crescita nella città metropolitana, dove la numerosità degli abitanti è importante, rischia di alterare tutte le prospettive e di far risalire la curva. Continua a preoccupare la tenuta del sistema ospedaliero. Ci sono 1.599 persone nei reparti Covid (con 50 nuovi ingressi in sole 24 ore) delle quali 236 nelle terapie intensive (19 in più rispetto al giorno prima). Un dato che solo in apparenza potrebbe sembrare in contraddizione con il raffreddamento della curva, ma in realtà non lo è. Perché il numero dei ricoveri aumenta a circa due settimane di distanza dall’incremento dei contagi. E purtroppo c’è da aspettarsi anche un aumento dei decessi nei giorni a seguire. E proprio per la tenuta degli ospedali nelle prossime due settimane riunione d’urgenza ieri sera fra i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliero universitarie, il governatore Eugenio Giani e l’assessore regionale alla Salute Simone Bezzini: stop alla chirurgia programmata, spazio a nuovi reparti Covid. Per la terza volta consecutiva in un anno si è costretti a ribaltare gli ospedali dove sono state superate le soglie limite di occupazione dei letti Covid (40%) e delle terapie intensive (30%). Il nuovo limite che fa scattare la zona rossa con 250 casi ogni 100mila abitanti rischia, però, di fare applicare le misure restrittive tardivamente, quando ormai gli ospedali sono già saturi. Le zone rosse dovrebbero avere funzione di prevenzione secondaria ed entrare in vigore nel momento in cui la crescita del contagio diventa esponenziale per evitare il boom di ricoveri. Per questo sono da auspicare tutte le misure restrittive che i sindaci vorranno prendere per limitare il contagio prima che stia già galoppando.