I sacrifici premiano: la Toscana sarà gialla. Ma niente relax, la curva non scende più

Dopo la pausa di oggi e domani e il fine settimana arancione da lunedì divieti di nuovo allentati perché l’indice di contagio Rt è calato

Il numero di nuovi casi non si riduce: in attesa dei vaccini è d’obbligo la prevenzione

Il numero di nuovi casi non si riduce: in attesa dei vaccini è d’obbligo la prevenzione

Firenze, 7 gennaio 2021 - Oggi e domani per tutt’Italia scatta la zona gialla e nel fine settimana la zona arancione. Poi da lunedì, in attesa che venga rinnovato entro il 15 gennaio il dpcm varato per le feste di Natale, ogni regione andrà nella zona attribuita dalla cabina di regia che si riunirà domani e prenderà in esame i dati del contagio dell’ultima settimana. Il governo ha ristretto i rubinetti, ritoccando al ribasso le soglie di Rt (l’indice di contagio) per il passaggio tra zone, con un inasprimento dello 0,25. In pratica si resta in zona gialla se l’Rt rimane inferiore a 1, si va in zona arancione con un indice di contagio superiore e si passa a rossa con Rt sopra all’1,25.

La Toscana ha tremato, ma ora arriva il primo sospiro di sollievo: l’Rt medio calcolato dall’Istituto superiore di sanità si è fissato a 0,90. Pur essendo cresciuto rispetto allo 0,3 raggiunto prima delle feste, consentirà il passaggio in zona gialla. Oltre all’Rt anche gli altri 21 indicatori proiettano la Toscana tra le migliori regioni d’Italia: con 9.449 persone attualmente positive, rispetto alle oltre 45mila di metà novembre, 961 ricoveri dei quali 146 in terapia intensiva. Sicuramente è tra le regioni che in mezzo a mille sacrifici economici maggiormente hanno beneficiato in termini di raffreddamento della curva del contagio, delle restrizioni di tre settimane in zona rossa e due in zona arancione, prima di entrare nel decreto delle festività.

L’importante, ora, è non disperdere il patrimonio acquisito. Anché perché la campagna vaccinale sarà un’operazione di una grande complessità organizzativa e farla in mezzo a un’eventuale terza ondata sarebbe un disastro. A fronte di un ridottissimo numero di tamponi effettuati nelle ultime due settimane, purtroppo, il numero di casi non decresce più: questo fattore può contribuire – come avvenuto – all’aumento dell’Rt, insieme al fatto che l’indice viene calcolato sulla base dei casi sintomatici, in questo periodo maggiore: infatto le persone che si sono sottoposte all’analisi molecolare spesso erano spinte proprio dai sintomi.

La tregua sembra essere finita: il numero dei nuovi casi registrati nella settimana che si è conclusa domenica è stato di 2.986 (con un’incidenza di positivi sui tamponi di prima diagnosi del 15,9%). Appena cinque casi in meno rispetto al numero dei casi notificati tra il 21 e il 27 dicembre, quando erano stati 3.001, con una percentuale di nuovi positivi sui tamponi di prima diagnosi del 15%. Tutto questo a fronte di un esiguo numero di tamponi effettuati in entrambe le settimane: 49.549 in quella che si è conclusa il 3 gennaio e 58.596 in quella precedente. Sintesi: la decrescita della curva epidemica purtroppo si è arrestata. Ora tocca a noi. Sino a quando i vaccini non forniranno adeguata protezione occorre avere comportamenti virtuosi. Ieri nuovi casi in aumento: 411. Per ora in un trend di plateau.