Sisma, dopo cinque anni ancora dolore e una ricostruzione al rallentatore

Terremoto del Centro Italia: ci sono ancora 7.500 persone che vivono nelle Sae (le casette prefabbricate). Gli immobili colpiti circa 80mila e i progetti presentati poco più di 20mila, i cantieri aperti 5.500. L'amarezza di Marco Gianlorenzi, fratello di una delle vittime: "Giustizia lumaca"

Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno

Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno

Norcia (Perugia), 24 agosto 2021 - Il 24 agosto di cinque anni fa, alle 3,36 ad Amatrice, prendeva il via una delle più importanti sequenze sismiche che hanno colpito il territorio nazionale, in questo ultimo secolo.  Una scossa di magnitudo 6.0 devasta i Comuni di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), Norcia. E' l'inizio di quella che l'Ingv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso. 140 comuni e circa 600mila persone coinvolte. A distanza di 5 anni il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, fotografa lo stato dell'arte nello studio dei terremoti in Italia. "E' importante ricordare i terremoti - spiega Doglioni - perché il nostro cervello tende invece a voler rimuovere il ricordo delle tragedie, mentre invece la memoria di questi eventi terribili ci aiuta a porre in essere tutte le possibili strategie difensive dagli eventi futuri che inevitabilmente torneranno".

La situazione

Dal quel 24 agosto poco è cambiato. "La ricostruzione privata _ denunciano i sindaci - procede con fatica e quella pubblica è quasi ferma. Ci sono ancora 7.500 persone che vivono nelle Sae (le casette prefabbricate). Gli immobili colpioti circa 80mila e i progetti presentati poco più di 20mila, i cantieri aperti 5.500. In Umbria è terminata la ricostruzione di 1.600 unità abitative, che sono state quindi riconsegnate ai proprietari, mentre risultano concessi contributi di ricostruzione post sisma per 4.200 abitazioni.

Il report del commissario Legnini

Emerge dal report elaborato dalla struttura commissariale guidata dal commissario Giovanni Legnini, secondo cui nella regione le domande presentate coprono il 53 per cento dei danni lievi e il 9 per cento di quelli gravi, anche se si registrano significative differenze: la situazione più complessa, in base alla rilevazione, risulta quella di Preci con il 40 per cento delle domande di danno lieve presentate e appena il 9 per cento di quelle per danni gravi, mentre a Norcia la ricostruzione leggera ha superato il 56 per cento e quella pesante l’11 per cento e, infine, a Spoleto le domande per danni lievi raggiungono addirittura il 63 per cento del patrimonio danneggiato, ma restano ancorate a un misero 7 per cento quelle per i danni gravi.

Giustizia lenta

"Per noi il dolore c'è sempre, al di là dell'anniversario del 24 agosto. Ma questa data quest'anno ci colpisce perché finalmente, dopo cinque anni, si avvicina l'inizio del processo di primo grado per il crollo. Speriamo non ci attendano altre sorprese": A  parlare con l'Ansa  è Marco Gianlorenzi, fratello di Matteo, il quarantaquattrenne di Orvieto morto sotto le macerie dell'hotel Roma di Amatrice, insieme alla moglie Barbara Marinelli, a causa del terremoto. Nell'anniversario del sisma le due vittime umbre - in onore delle quali è stata fondata l'associazione 3.36 per Barbara & Matteo - verranno ricordate con un minuto di raccoglimento presso la sede locale della Protezione civile. "La comunità orvietana ci è stata sempre molto vicina" sottolinea Gianlorenzi. Che si dice però "rassegnato" perché si aspetta che "i tempi della giustizia saranno ancora lunghissimi". "Basta vedere cosa è accaduto a L'Aquila" prosegue. Per Gianlorenzi, infine, lo "Stato dovrebbe anche garantire dei risarcimenti o delle indennità ai familiari delle vittime dei terremoti, come accaduto per la tragedia della valanga di Rigopiano