Siena, spariti i diamanti dei clienti: ex dipendente del Monte dei Paschi nei guai

E’ accusata di appropriazione indebita: il valore sarebbe di 144mila euro. Tre le parti offese

Diamanti

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Siena, 11 gennaio 2022 - Investimento serio, affidabile e duraturo. Garantito dal fatto che avveniva attraverso una persona conosciuta dell’istituto bancario di riferimento. Un diamante poi è per sempre. Non si deteriora. Qualcosa però non ha funzionato nel meccanismo se una ex dipendente del Monte dei Paschi, ora in pensione, si trova sotto processo. E deve rispondere di appropriazione indebita. Perché – verrà chiarito nel corso dell’istruttoria dibattimentale – lei sostiene di non avere i diamanti ma quelli che sarebbero stati comprati dai clienti della banca non si trovano.

I fatti risalgono al 2015, secondo la procura. E all’imputazione della donna, che vive nella nostra provincia ed è difesa dallo studio legale Cuomo di Potenza, si è arrivati a seguito di un altro processo che ha subito tempo fa. E che adesso è concluso con un ’non doversi procedere’. Stando a quanto ricostruito dalla guardia di finanza, infatti, la ora ex dipendente si sarebbe appropriata in quel caso di tre carte di credito ricaricabili di alcuni clienti per un importo complessivo di circa 15mila euro. Uno dei tre, però, aveva dichiarato che effettivamente era stata la donna a prenderli ma per suo conto tanto che glieli aveva dati. Pur non avendo dunque alcun problema, la dipendente prima di andare in pensione, aveva risarcito tutto e tutti perché voleva proprio mettere una pietra tombale sul caso. E il tribunale, come detto, aveva dichiarato chiusa la vicenda.

Ora l’imputata è accusata di appropriazione indebita. Ossia di aver preso i diamanti da investimento. Le presunte vittime sono le attuali parti offese nel procedimento (in un caso la persona è deceduta per cui subentrano gli eredi) che, tuttavia, non avrebbero mai presentato denuncia per non aver ottenuto le pietre preziose. Gli uomini delle fiamme gialle, però, si chiedono dove sono finite. Visto anche che il valore non è modesto. In un caso si sarebbe trattato addirittura di diamanti per 100 mila euro, in un secondo si arrivava a 40mila, nel terzo a circa 14 mila. Se le pietre preziose non si trovano, è anche vero però che l’ex dipendente Mps non ha mai ricevuto alcuna perquisizione. Lei non possiede i preziosi ma nessuno è mai andato a cercarli nelle sue disponibilità. Non solo: possibile che se una persona vede alleggerirsi il conto corrente di tali cifre per il pagamento dei diamanti non abbia presentato querela? E ancora: ci sarebbe addirittura la sottoscrizione delle parti – addetto Dpi, imputata e cliente – che attesterebbe, secondo la difesa, la consegna delle pietre preziose. Eppure queste ultime non si trovano.

Un giallo. Per chiarirlo servirà ascoltare numerosi testimoni. S’inizia a marzo, davanti al giudice Francesco Cerretelli, sentendo otto persone. Fra questi gli operatori della polizia giudiziaria, anche gli eredi delle persone che li avrebbero acquistati. Una parte civile non è stata ammessa, è intervenuto il Monte dei Paschi citato come responsabile civile che ha depositato un documento corposo, esonerandosi probabilmente dalla responsabilità. Quindi l’udienza è stata rinviata.