Siena, donna strangolata, l’uomo nega: "Non l’ho uccisa"

L’avvocato Gualandi: "Il mio assistito ha dato una versione diversa rispetto a quella della nipote". Interrogati dal gip: restano in carcere

Siena, 4 ottobre 2022 - Lei, la donna di 25 anni, ha pianto a più riprese, sul volto i segni di giorni molto pesanti. Lui, suo zio, che ne ha 39, viso coperto dalla mascherina anti-covid, è apparso freddo. Non lasciava trapelare emozioni. Ma dietro le porte a vetri dell’aula ha negato in modo fermo di aver ucciso Anna Maria Burrini, la donna di 81 anni trovata strangolata nel suo appartamento in Largo Sassetta. Accusa che gli è stata mossa dalla giovane parente in una lunga confessione. Alle 9.45 è iniziata l’udienza di convalida del fermo dei due ucraini per concorso in omicidio volontario e rapina aggravata davanti al gip Chiara Minerva. E soltanto alle 17.40, dopo quasi sei ore di camera di consiglio, il giudice ha reso nota la sua decisione. Il 39enne era voluto tornare subito a Santo Spirito, la nipote invece ha preferito attendere la decisione in tribunale, disperata perché a casa ha una bambina piccola di cui occuparsi. E dalla quale voleva ad ogni costo tornare. Invece il gip Minerva, pur non convalidando il fermo, ha disposto che entrambi restino in carcere nei termini di legge, dunque fino ad un massimo di un anno. Esistono i presupposti per le esigenze cautelari, non ultimo probabilmente il pericolo di fuga. Oggi saranno depositate le motivazioni del provvedimento: tale aspetto sarà più chiaro.

I difensori dei due accusati di concorso in omicidio e rapina, l’avvocato Francesco Paolo Ravenni che assiste la 25enne e Sara Gualandi che segue il presunto autore del delitto di Largo Sassetta, "attendono le motivazioni prima di nuove mosse". Ma è assai probabile il ricorso al tribunale del riesame. "Siamo ancora in una fase delicata dell’inchiesta – premette Ravenni –, posso solo dire che la mia assistita ha ribadito le cose già dette agli investigatori. E’ stata lineare".

Di tutt’altro tenore le parole del difensore del 39enne che osserva: "L’uomo si proclama innocente e ha dato una versione diversa rispetto a quella della giovane". Dunque, zio e nipote tornano l’uno a Santo Spirito e la donna a Sollicciano. E raccontano due tesi che, alla luce di quanto emerso in aula, sarebbero contrastanti. Per chiarire cosa è accaduto lunedì all’ora di pranzo nell’abitazione al quarto piano di Anna Maria Burrini fondamentale anche l’esito dell’autopsia. Che si è svolta in contemporanea, ma a Firenze, rispetto all’udienza di convalida. Dirà se è stato somministrato davvero del sonnifero per stordire l’anziana e derubarla, anche se poi non avreb be fatto effetto. E stabilirà, nel caso, quale casualità può aver avuto rispetto alla morte. "La nomina di consulenti? In questa fase ci riserviamo", osserva l’avvocato Ravenni. Che aveva chiesto per la sua assistita gli arresti domiciliari, con la tutela magari del braccialetto, in quanto così prevede il codice avendo una bambina di 5 anni. Salvo esigenze eccezionali, recita però. Fatto sta che la 25enne è tornata a Sollicciano. "Svolgeremo indagini difensive – prosegue ancora – , ci sono diverse persone che hanno girato intorno a questa vicenda i cui ruoli vanno chiariti in t utti i sensi". Il difensore del presunto omicida non nasconde l’importanza di trovare elementi biologici di riscontro dell’accusa come l’esame del dna per esempio, se già la procura, che ha svolto un lavoro di grande intensità e accuratezza, non lo farà in via autonoma.

Ha pianto a più riprese, quasi continuamente la 25enne. Capelli fermati dietro la nuca, golf verde e giubbotto senza maniche di colore bianco. Entra in aula alle 9,45, si gira più volte. L’interrogatorio di garanzia termina un’ora dopo e tocca allo zio. Vengono tenuti distanti dalla polizia penitenziaria mentre il 39enne entra. Serve l’interprete per lui, non parla bene italiano. Un maglione scuro, gesticola, scuote la testa mentre il gip Minerva pone domande. Il pm Sara Faina gli mostra poi un foglio. Alle 11.45 tutto finito. Rientra la giovane, si siede accanto al difensore e mentre parla l’avvocato dello zio porta le mani al volto, piange ancora. E si dispera.

Un aspetto su cui indagare resta quello del denaro: una ex inquilina avrebbe portato via ad Anna Burrini oltre 20mila euro e per questo venne cacciata.