"Per noi impatto negativo, perso il 30% dei clienti"

Livorno, il gruppo dei ristoratori che aderisce a ’Tutela Nazionale Imprese’ dà la colpa al green pass

Fabio Sanna

Fabio Sanna

Livorno, 11 luglio 2021 - "Il green pass? A pochi giorni dalla sua introduzione possiamo confermare le attese della vigilia. Abbiamo registrato già disdette e una perdita di oltre il 30% dei clienti. Per chi ha solo spazi all’interno la certificazione verde rappresenta una discriminazione, visto che comunque nei ristoranti sono ancora in vigore e vengono applicati, green pass o meno, i protocolli di sicurezza anti contagio, ovvero il distanziamento tra i tavoli, gel igienizzanti e mascherine per chi non è seduto al tavolo e per il personale del ristorante. Una misura discriminatoria anche per i clienti".

A intervenire sono Fabio Sanna e Luca Marcantoni di Tni Tutela Nazionale Imprese Livorno. "Con questo provvedimento che ha diviso le persone, che siamo favore o no al green pass, i clienti se la prendono comunque con noi ristoratori che lo dobbiamo rispettare. Non mancano così le recensioni fasulle e gli insulti via social e questo causa un’ulteriore perdita di lavoro per la nostra categoria. Obbligare i ristoratori a non far sedere i clienti all’interno se non hanno green pass non consente agli esercenti di lavorare, né tanto meno questa misura contribuisce alla tutela della salute pubblica visto che, se nei ristoranti ci sono il distanziamento e le mascherine, fuori le persone si assembrano ovunque, anche sui mezzi pubblici, dove il green pass non è richiesto".

Le attività che rispettano la normativa del green pass "sono fatte bersaglio di un ostracismo ingiustificato che produce l’allontanamento dei clienti". Aggiungono amaramente: "Lunedì il ministro dell’interno Luciana Lamorgese ci ha dato ragione. I ristoratori non sono poliziotti e non devono chiedere il documento d’identità ai clienti". E forse questo chiarimento contribuirà a snellire i controlli.

M.D.