Rimpatriati dalla Germania tre reperti archeologici e un dipinto trafugato dalle SS

E il 19 luglio 2019 il ‘Vaso di Fiori’ tornò a Firenze

Il dipinto 'Vaso di Fiori'

Il dipinto 'Vaso di Fiori'

Firenze, 6 giugno 2020 - A giugno, il Nucleo fiorentino, in collaborazione con quello di Napoli e Bari e, nella fase esecutiva, con il supporto della Polizia criminale di Monaco di Baviera, ha dato esecuzione alla Commissione Rogatoria Internazionale emessa dalla Procura della Repubblica di Taranto, rimpatriando dalla Germania  tre importanti reperti archeologici, del valore di ventimila euro, provenienti da scavi clandestini ed illecitamente esportati dal territorio nazionale.  I reperti sono stati localizzati in vendita presso una Casa d’Aste tedesca attraverso la consultazione di siti internet specializzati. Un 56enne salernitano venne denunciato per ricettazione ed esportazione illecita.

Il 19 luglio 2019 a Firenze, presso la Sala bianca di Palazzo Pitti, nel corso di una conferenza stampa, fu restituito all'Italia il dipinto ‘Vaso di Fiori’ del pittore olandese Jan Van Huysum del XVII secolo, esportato illecitamente dal nostro paese in epoca successiva al 17 luglio 1944 da un militare della Wermacht dopo che la stessa era stata sottratta dal deposito di Montagnana dove, tra le tante, erano state ricoverate le opere della Galleria Palatina di Firenze per proteggerle dagli eventi bellici. Queste acquisizioni hanno consentito rispettivamente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze e al Comitato per il recupero e le restituzioni dei beni culturali presso il Mibact e il ministero per il turismo, di attivare procedure volte al rientro in Italia dell’importante opera. Questa, venne stata posta sotto sequestro su decreto della Procura della Repubblica di Firenze ed affidata in custodia giudiziale al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt. E così dopo 75 anni di assenza dall’Italia, il 19 luglio 2019 il ‘Vaso di Fiori’  di Jan van Huysum, il più celebre pittore di nature morte attivo in Olanda nel primo Settecento, è stato restituito dalla Repubblica Federale Tedesca alla Repubblica Italiana

  Maurizio Costanzo