Rigassificatore, la polemica elettorale. Ora tutti hanno scoperto che Piombino è un caso

Oggi la nuova protesta. Fratelli d'Italia in difficoltà dopo l’uscita di La Russa. Imbarazzo Pd. Italia Viva attacca

Protesta contro il rigassificatore a Piombino (Foto Novi)

Protesta contro il rigassificatore a Piombino (Foto Novi)

Firenze, 27 agosto 2022 - ​Non è stato fatto, ma sarebbe stata l’unica strada per disinnescare la rivolta che, trasversalmente, sta montando contro il rigassificatore Snam, fulcro della risposta nazionale all’emergenza energia, in attracco nel porto. E’ il "decreto Piombino": pochi articoli contenenti tutti i progetti annunciati e mai realizzati e i progetti che potrebbero trasformare il territorio in modello di transizione ecologica (idrogeno valley). Lo aveva detto a La Nazione, in tempi non sospetti (non piena campagna elettorale) il deputato dem Andrea Romano di Livorno che rilancia: "Si deve adottare un decreto Piombino che dia risposte ad un territorio che da troppi anni è colpito da processi di deindustrializzazione" ha scritto sui social. Un provvedimento urgente del governo "che realizzi opere indispensabili alla ripartenza economica del territorio: come le bonifiche, il completamento della seconda strada per Piombino, la riqualificazione degli impianti siderurgici, lo sviluppo di rinnovabili nelle aree ex industriali e la creazione di migliori condizioni per attirare manifatture di qualità". Molti punti di questi annunciati sono nel memorandum che il governatore toscano Eugenio Giani, quale commissario per il rigassificatore, ha presentato al ministro Cingolani. La domanda resta: perchè il decreto Piombino non è stato fatto contemporaneamente alla scelta del rigassificatore? "Dov’era il Pd" chiedono dal centrodestra e in particolare da Fratelli d’Italia, "non era al governo?".

Ora il caso Piombino è diventato terreno di scontro pressochè quotidiano. Oggi è in programma una nuova manifestazione di protesta. Comitati, associazioni, partiti, cittadini: molti in piazza, con sfumature diverse, per ribadire l’opposizione. L’ultima polemica è stata innescata dalle parole del senatore Ignazio La Russa (FdI) che a La7 ha dato il via libera al rigassificatore. Un ribaltone che ha messo in imbarazzo il partito e il sindaco di FdI Francesco Ferrari. Poi la precisazione. Ma ormai il circo social-mediatico era partito. Il senatore Andrea Marcucci (Pd) era andato all’assalto. Botta e risposte. Il deputato di FdI Riccardo Zucconi ieri ha ribadito: "La Russa ha fatto un comunicato dopo la trasmissione in cui ha illustrato una posizione perfettamente conciliante con quella del sindaco Ferrari e di tutto il partito. Se Marcucci invece di inventarsi spaccature ascoltasse gli esponenti del suo Pd a Piombino scoprirebbe che le differenze ci sono nel suo partito. La contrarietà della città intera non può essere ignorata come ha fatto la sinistra al governo". Da Forza Italia, il senatore Massimo Mallegni precisa: "Su Piombino dobbiamo discutere".

Va all’attacco anche Italia Viva. Il leader Matteo Renzi rivendica: "Il Pd temporeggia e chiede una nuova, non prevista, valutazione d’impatto: vogliono ancora prendere tempo. Gli unici a dire sì e subito siamo noi". E il candidato di Iv per la Camera Alessandro Cosimi, ex sindaco di Livorno rincara: "Romano e la segretaria toscana del Pd Bonafé, entrambi candidati, hanno chiesto a gran voce che venga fatta la valutazione di impat to ambientale, senza dire che ciò significa scegliere un’altra procedura e rischiare di allungare ancora di più i tempi. Dall’altra parte anche la destra con Fratelli d’Italia a Piombino dice no, poi a Roma sì, insomma alla fine è un grande boh. Il Pd abbia il coraggio di dire una volta per tutte che la verità è che sono contrari al rigassificatore".

Poche certezze, molte polemiche. Il 19 settembre, a meno di una settimana dal voto, convocata da Giani la Conferenza dei servizi (trenta enti coinvolti). Si prenderà tempo.