Firenze, 17 maggio 2022- Il mercato ha risposto. Con proposte articolate e innovative. Adesso la parola passa al confronto: politico e pubblico. Con i gruppi consiliari toscani, oggi nell’assemblea regionale, e con la parti sociali e il territorio, nelle prossime settimane. Con due dubbi: i tempi, non brevi, per portare a termine la rivoluzione dei rifiuti e il futuro degli scarti industriali che non rientrano direttamente nel piano di economia circolare della Regione Toscana. Con lo slogan preso in prestito da Legambiente "Rifiuti zero, impianti mille" oggi l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, illustra i risultati dell’avviso pubblico esplorativo per gli impianti di riciclo e recupero di rifiuti urbani. La proposta di nuovi impianti vale tre milioni di tonnellate all’anno di materiali da riciclare e recuperare. Sul totale delle 39 proposte arrivate alla Regione Toscana per la realizzazione di impianti per il recupero e riciclo di rsu, 32 risultano "pienamente rispondenti ai requisiti". Lo scenario parla soprattutto di impianti di gassificazione (fabbriche di idrogeno e metanolo post processo chimico) e di digestione anaerobica (alcuni esperienze già esistenti in Toscana). Tra le proposte ci sono un impianto per la produzione di prodotti chimici di base a partire da combustibile solido secondario da realizzare a Livorno (di Eni Rewind); un impianto di scissione molecolare (Natura - Am Recuperi); un impianto di digestione anaerobica ad Arezzo proposto da Aisa Impianti insieme a una struttura per la selezione di carta e cartone e un’altra per la selezione di rifiuti da imballaggi. Alia, società di gestione rifiuti della Toscana centrale, ha presentato sei maxi progetti: un gassificatore a Pontedera e uno a Rosignano, un impianto per la selezione di rifiuti tessili a Prato, uno per la selezione di Raee a Firenze, per la lavorazione di carta e cartone a Pistoia, per la produzione di prodotti chimici ...
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