Pubblica Assistenza, la prima donna presidente: "Volontari impagabili"

Sara Giannini prima donna al timone dell'associazione dalla fondazione nel 1893. "Sarà il mandato della ripartenza: dovremo adeguarci al post Covid"

Sara Giannini (al centro) insieme a due volontari

Sara Giannini (al centro) insieme a due volontari

Siena, 7 gennaio 2022 - Programmare la ripartenza: la parola d’ordine del consiglio appena eletto e dunque la ’cifra’ che segnerà il nuovo corso della Pubblica assistenza di Siena. Per la prima volta da quando l’associazione è stata fondata, nel 1893, al timone c’è una donna, Sara Giannini che ha ottenuto il maggior numero di preferenze. E dunque è il presidente. Quaranta anni, lavora in Gsk e ha una figlia di 16, Noemi, "che mi ha seguito sin da piccolissima quando andavo a fare i corsi e a cui ho trasmesso la grande passione per il servizio", dice Giannini. Che adesso guida un’associazione con circa 6mila soci e 300 volontari. In prima linea durante la pandemia e anche adesso che siamo in piena ondata Omicron

Perché l’elezione di una donna alla guida della Pubblica in questo momento? "Spero di aver dimostrato, soprattutto negli ultimi tre anni, alla popolazione senese ma anche alle altre associazioni di volontariato e alle istituzioni che dovevamo rimboccarci le maniche e uscire dal Covid. Nonostante Siena, soprattutto nella fase iniziale, non sia risultata particolarmente flagellata, siamo stati sul campo fin dal primo giorno. Quando i volontari avevano paura e scarseggiavano i dispositivi di protezione. Ecco, spero chi mi ha votato abbia visto il cuore che ci metto. La Pubblica è la mia seconda famiglia, passo più tempo in associazione che a casa". 

Un segnale di rinnovamento. "Sono arrivati da noi tantissimi giovani. Anche questo è un bel segno. Sia chiaro, l’esperienza è fondamentale e preziosa per mandare avanti un’associazione come questa, però a volte i giovani hanno un punto di vista diverso che si deve integrare , senza sostituirla, proprio con l’esperienza". 

Quale è il problema più grosso attualmente da affrontare? "I servizi legati al Covid tantissimi e quotidiani. I volontari sono stanchi e spaventati. I numeri restano impressionanti, c’è ancora quella tensione di cui non avevamo bisogno. Nonostante ciò loro ci sono e io cerco di ringraziarli uno per uno perché quello che continuano a fare è impagabile. Non c’è una lista di importanza dei servizi, che sia portare la spesa alle persone positive e in quarantena oppure trasportare i pazienti". 

Programmare la ripartenza: in che senso? "Il mondo è cambiato profondamente e anche la nostra associazione deve rispondere ai bisogni diversi rispetto al periodo pre-Covid, adeguandosi. Se la pandemia lo permetterà parlerò con soci e volontari per capire eventuali criticità e cosa si può migliorare". 

La sensibilità di donna cosa le fa porre fra le priorità? "Non mi interessa essere la presidente ma che le persone si sentano al sicuro e farò il possibile perché sia così". 

La Misericordia di San Gimignano ha segnalato ieri l’attesa dell’ambulanza per otto ore davanti al pronto soccorso: succede anche a voi? "Sì, nessuno è esente. Ma c’è anche da dire che non si può sottovalutare lo sforzo del 118, dei sanitari del pronto soccorso e dei reparti. L’associazione è a disposizione per collaborare con loro in un’emergenza che ha messo in ginocchio il mondo".