"Portiamo le capre di Agitu nei santuari per animali". La richiesta al sindaco

La proposta di Sara d'Angelo, presidente dell'associazione Vitadacani perché le caprette vivano libere e testimoni della sua storia di riscatto. Intanto sono accudite da Beatrice Zott, ma serve una soluzione definitiva

Agitu

Agitu

Il sogno di Agitu deve continuare. Da quando è stata uccisa tutta Italia si è mobilitata per consentirle di tornare nella sua terra in Etiopia, dopo il funerale che si è svolto ieri, per trovare una sistemazione definitiva alle sue capre. Agitu aveva scelto Frassilongo in Trentino per vivere libera con i suoi animali, le sue ottantadue capre dell’allevamento che lei aveva chiamato “Capra felice” e per i capretti che stanno per nascere. In pochi  giorni sono stati raccolti quasi 100mila euro. Una ragazza, Beatrice Zott, si è offerta, e lo sta già facendo, di prendersi cura delle capre e dei capretti, ma una soluzione definitiva va trovata. Beatrice ha 19 anni, lavora dalla mattina alla sera  e due volte al giorno si sposta dal suo paesino a quello di Agitu, prepara i pasti per gli animali per tutta la giornate, percorre chilometri e ora dovrà gestire anche le nascite perché le capre sono gravide.

E’ stato lo stesso sindaco a chiedere il suo aiuto e proprio al sindaco è stata anche inviata la proposta di Sara d'Angelo, presidente dell'associazione Vitadacani, affinché "Le capre di Agitu Ideo Gudeta diventino testimoni della sua storia di riscatto e integrazione nei rifugi della Rete dei santuari di animali liberi - accogliendo gli animali nei nostri rifugi, visitati ogni anno da migliaia di persone, sarà possibile raccontare il coraggio e la tenacia di Agitu, che attraverso le sue capre continuerà così a vivere”. L'associazione Vitadacani ha infatti inviato al sindaco di Frassilongo Luca Puecher la richiesta di affido delle capre e di eventuali altri animali di Agitu Ideo Gudeta, affinché siano accolti nei rifugi della Rete dei Santuari di animali liberi in Italia, dove potranno vivere al sicuro insieme ad altri animali salvati dal macello e raccontare ancora di lei.

“La storia di resilienza e riscatto di Agitu – spiega Sara d'Angelo presidente dell'associazione e coordinatrice della Rete dei santuari – non deve essere dimenticata. Per questo abbiamo chiesto di poter occuparci del suo gregge. La presenza delle sue capre nei nostri rifugi permetterà di continuare a raccontare la sua straordinaria storia di libertà e integrazione a tutti coloro che incontreranno gli animali visitando i santuari, ogni anno migliaia di persone. Perché dopo la sua tragica fine, il ricordo di lei, del suo coraggio e della sua tenacia, viva più a lungo possibile. La nostra è una richiesta diversa da tutte le altre che il sindaco di Frassilongo, chiamato a decidere sul destino delle sue capre, ha sicuramente ricevuto in questi giorni – prosegue Sara d'Angelo - gli animali usciranno dai circuiti della produzione per diventare i testimoni di Agitu, che attraverso loro continuerà a vivere”.

Vitadacani è una associazione di volontariato per la tutela dei diritti degli animali, gestisce alcuni rifugi per animali da reddito che fanno parte della Rete dei Santuari di Animali liberi, network di quattordici strutture, in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie per accogliere gli animali di Agitu Ideo Gudeta.

Nel frattempo anche l’ex rugbista della nazionale italiana Andrea Lo Cicero si è offerto per occuparsi delle capre nella sua tenuta da tredici ettari a Nepi, nel viterbese, dove produce zafferano, alleva animali da compagnia e ospita attività didattiche con le scuole. «Quella di Agitu - dice amareggiato Andrea Lo Cicero - è una storia difficile da accettare. Ho amato il progetto di questa donna. Continuare a dare vita alle caprette sarebbe la cosa più bella. Ho già una capretta tibetana che vive in simbiosi con le mie asine nella mia azienda agricola e sarei felice di averle».