Pistoia. "Io, da medico del 118 a paziente Covid. Mi sono ammalato il giorno di Pasqua"

La testimonianza del dottor Di Biagio “dall’altra parte della barricata” per 22 lunghi giorni

Immagine simbolica del personale del Pronto Soccorso di Pistoia

Immagine simbolica del personale del Pronto Soccorso di Pistoia

Pistoia, 27 maggio 2020 – Quello che definisce il “suo calvario” inizia proprio il giorno di Pasqua, quando per una tosse secca stizzosa si rivolge al pronto soccorso. Da lì il ricovero, la situazione che peggiora, fino al 4 maggio, quando il dottor Giorgio Di Biagio, da vent’anni medico del 118, viene dimesso, ufficialmente guarito e vittorioso nella dura battaglia contro il Covid. Dopo aver abbracciato i propri cari, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera, per dire grazie a tutti quelli che si sono occupati di lui. E raccontando la “esperienza dall’altra parte della barricata “non chiamateci eroi, siamo persone che hanno scelto questo lavoro perché crediamo in quello che facciamo e lo amiamo”.

“Sono il dottor Giorgio Di Biagio dipendente della Usl Toscana centro in forza al Dea di Pistoia. Volevo esprimere il mio più sentito ringraziamento a tutto il personale dell’ospedale San Jacopo a partire dal personale dell’impresa di pulizie e di sorveglianza, agli Oss, ai tecnici di radiologia, al personale infermieristico e medico. Il mio calvario è iniziato il 12 aprile scorso, giorno di Pasqua, strana coincidenza, quando, per colpa di una tosse secca stizzosa, mi  rivolgevo al pronto soccorso. Da lì, fatti tutti gli accertamenti, sono risultato positivo al Covid-19 e, dopo essere rimasto in osservazione, sono strato trasferito in Malattie infettive dato il progredire della malattia. Poi sono stato ricoverato in Terapia Subintensiva, ed infine in Week Surgery, al momento accogliente i pazienti positivi ma fuori pericolo. Il tutto è durato fino al 4 maggio giorno della mia dimissione. Il lavoro svolto a tutti i livelli posso solo dire che è stato eccezionale non perchè ero un collega, ma in quel momento un paziente qualsiasi che poteva imboccare una via ben più pericolosa. Ho visto la dedizione del personale anche con gli altri pazienti, la dolcezza e la determinazione per aiutarli. La professionalità di ogni operatore è sicuramente di alto livello vista anche la collaborazione creata tra i vari componenti dei team. Non posso ringraziare persona per persona dato che non le conosco tutte e poi erano completamente protette ed avevano scritto solo il nome. Il direttore sanitario, dottoressa Lucilla Di Renzo e il suo staff e i direttori ai vari livelli, dal Pronto soccorso, alle Malattie Infettive alla Terapia Intensiva, all’Area medica che inglobava anche week surgey, devono essere sicuramente orgogliosi, una punta di orgoglio qualche volta ci sta bene, dei loro collaboratori e del loro operato. Siamo sempre persone umane e l’errore può capitare, però se una volta capita non è detto che siamo degli incompetenti. Ho detto ‘siamo’ perché anch’io faccio parte di questa squadra e ne sono più che felice dopo oltre 20 anni di 118; ma al momento che ero ricoverato ho sempre detto ‘sono’, dato che in quel momento ero dall’altra parte della barricata. Nonostante le ristrettezze economiche, la scarsità di personale che purtroppo si è ammalato ed è anche deceduto, tutte le forze rimaste in campo hanno dato non il 100 ma il 110% per fronteggiare questa pandemia. Ci hanno classificato come eroi, ma non lo siamo. Siamo persone che hanno scelto questo lavoro perché crediamo in quello che facciamo e lo amiamo. Questa è la vera sanità. Concludo semplicemente con un Grazie a Tutti nessuno escluso”.

 

Maurizio Costanzo