REDAZIONE CRONACA

Ortodonzia fai da te, il pericolo è in agguato

Esperti a confronto, la grande tradizione italiana contro le 'scorciatorie' via internet

Raoul D'Alessio

Roma, 26 gennaio 2018 - L’ORTODONZIA fai da te è rischiosa. Una terapia senza diagnosi nasconde grandi insidie per i pazienti e un pericolo per la professione. Sul tema, di grande attualità, si confronteranno, domani all’Università Cattolica di Roma dalle 9.30, alcuni nomi eccellenti dell’ortodonzia italiana.

Una tavola rotonda su salute e sicurezza, incentrata proprio sul fenomeno crescente dell’autodeterminazione del paziente ortodontico, che prendendo corpo a seguito di robuste offensive commerciali via internet che inducono il cittadino ad un problematico “fai da te” a totale esclusione dello specialista. Ma in che modo? Grazie alla fornitura di un kit. Circostanza che secondo gli specialisti è un “salto nel buio ortodontico” che in un Paese di grande tradizione accademica come l’Italia non può che suscitare sconcerto e riflessione. L’importanza del quesito e le sue implicazioni attuali e future, spiegano il motivo per cui al convegno si daranno appuntamento nomi prestigiosi della professione.

Al confronto infatti, introdotti da Massimo Cordaro, Direttore di Istituto e Struttura Complessa Policlinico Gemelli, si ritroveranno Ersilia Barbato, Coordinatore nazionale delle Scuole di Specialità di Orodonzia, Raoul D’Alessio, presidente Suso Roma e ideatore dell’evento, il presidente nazionale Cao-Fnomceo, Giuseppe Renzo ed Antonella Polimeni, Direttore Scuola di Odontoiatria Pediatrica alla Sapienza e presidente Siocmf.

Ma gli interventi di spessore durante l’incontro-dibattito saranno anche altri, come quelli di Paola Cozza, Università Tor Vergata e past President Sido, Pietro Di Michele, presidente nazionale Suso, Giuseppe Fiorentino, presidente nazionale Sido, Cristina Grippaudo, Università Cattolica Roma, Alberto Laino, Università Federico II di Napoli e Cesare Luzi, presidente nazionale Asio. La parola chiave, secondo gli esperti è informazione.

“Sì, e deve essere portata avanti da chi ha titolo per farlo, solo così si può rendere il paziente consapevole e tutelato - sottolinea Massimo Cordaro -. La medicina prima ancora che sulla terapia è basata sulla diagnosi, che richiede tutto un insieme di capacità di analisi e di sintesi che non può prescindere, ad oggi, dall’opera di un professionista. E’ necessario abituare i nostri pazienti alla qualità professionale attraverso la buona formazione e la deontologia”.

A DIMOSTRAZIONE della grande tradizione ortodontica italiana, viene richiamato un passo della voce “Ortodonzia”, curata da Raoul D’Alessio, estrapolandola dall’Enciclopedia Treccani 2015: “La difficoltà principale è la pianificazione terapeutica che a sua volta nasce da un attento studio dell’antropologia del paziente, delle sue funzioni e aspetto esteriore. Lo studio antropometrico del volto e con esso la diagnosi di malocclusione prevedono un complesso processo intellettuale per cui, con buona ragione, si considera l’odontoiatria la branca odontoiatrica più medica”.